La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ufficialmente dichiarato la chiusura del caso riguardante i finanziamenti statali per il cinema, promettendo di porre fine a sprechi e irregolarità. Questa affermazione è stata fatta durante un’intervista con Bruno Vespa al “Forum in Masseria 2025” del 4 luglio, dove Meloni ha ribadito l’impegno del governo a garantire maggiore trasparenza e responsabilità nell’uso dei fondi pubblici destinati all’industria cinematografica.
“Mettiamo la parola fine a sprechi, anomalie e irregolarità. Lo facciamo con determinazione, nel rispetto di chi lavora seriamente e per il bene del cinema italiano, che merita trasparenza, qualità e responsabilità”, ha affermato Meloni. Questa dichiarazione segna un punto di svolta nella gestione dei fondi pubblici, con l’obiettivo di evitare futuri abusi e garantire che il denaro dei contribuenti venga utilizzato in modo efficiente.
La premier ha anche messo in luce i problemi legati al sistema del tax credit, evidenziando come negli anni questo meccanismo abbia portato a vere e proprie truffe. “Il sistema del tax credit negli anni ha generato delle vere e proprie truffe ma anche costruito un meccanismo distorto che consentiva di finanziare con centinaia di migliaia quando non con milioni di euro dei cittadini film che poi alla prova dei fatti nelle sale guadagnavano poche decine di migliaia di euro ma intanto avevano pagato cachet milionari a registi e attori”, ha spiegato Meloni.
Un esempio emblematico di questa situazione è rappresentato dal film “I Cassamortari”, diretto da Claudio Amendola. “Questo sistema è costato allo Stato circa 7 miliardi di euro solo negli ultimi 8 anni”, ha sottolineato Meloni, esprimendo stupore per il fatto che qualcuno continui a difendere un sistema così inefficiente. “Serve un sistema trasparente e meritocratico per i contributi al cinema e all’audiovisivo”, ha aggiunto, evidenziando la necessità di una riforma.
La riforma proposta dal governo prevede controlli più severi e sanzioni più dure per chi viola le regole. Inoltre, introduce novità significative, come un tetto massimo ai compensi di registi, sceneggiatori e attori per i film finanziati dallo Stato. “Vogliamo far sì che chi merita possa lavorare con tranquillità, mentre i soldi che vanno ai soliti noti con portafogli pieni e sale vuote vengano destinati a impiego migliore”, ha dichiarato Meloni.
Sul caso dei fondi pubblici al cinema, il Governo intende andare fino in fondo.
È arrivato il momento di mettere la parola fine a sprechi, anomalie e irregolarità.
Lo facciamo con determinazione, nel rispetto di chi lavora seriamente e per il bene del cinema italiano, che merita… pic.twitter.com/db7tB70QMF— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) July 5, 2025
Riguardo al film “I Cassamortari”, Meloni ha riportato dati significativi: il film ha incassato solo 490 euro al botteghino, nonostante avesse ricevuto un finanziamento pubblico di 1 milione e 250 mila euro. La pellicola, che vanta un cast di nomi noti come Massimo Ghini, Gianmarco Tognazzi, Sonia Bergamasco e Lucia Ocone, ha visto il suo costo lievitare senza però attrarre spettatori. “Ce n’è un altro – ha detto ancora la premier Meloni – con 47mila euro di incasso nelle sale e 400mila euro di sostegno pubblico”, evidenziando ulteriormente l’assurdità del sistema.
Meloni ha sottolineato che l’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, aveva toccato un nervo scoperto con le sue osservazioni sul sistema del tax credit. Il caso di Kauffman, ha affermato, è solo “l’epilogo più drammatico e scandaloso di un sistema che negli anni ha generato delle vere e proprie truffe”. Queste affermazioni mettono in evidenza un problema sistemico che ha minato la fiducia nel settore cinematografico.
La chiusura del caso dei finanziamenti ai film in perdita segna un passo importante verso una maggiore responsabilità nella gestione dei fondi pubblici. Con l’obiettivo di garantire che il denaro dei contribuenti venga utilizzato in modo appropriato, il governo di Meloni si impegna a riformare un settore che ha mostrato evidenti segni di malfunzionamento. La speranza è che queste misure possano portare a un futuro più sostenibile e produttivo per il cinema italiano, promuovendo opere di qualità e riducendo gli sprechi.
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