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Gli scienziati hanno sviluppato un trattamento rivoluzionario per il cancro utilizzando microbolle



Gli scienziati hanno sviluppato un trattamento rivoluzionario per il cancro utilizzando microbolle esplosive, attivate da ultrasuoni, per distruggere le cellule di cancro al seno senza interventi chirurgici.



La scoperta è stata realizzata da un team di ricerca internazionale guidato da ingegneri biomedici dell’Università di Tel Aviv (TAU) in Israele, dove gli scienziati stavano sperimentando con microbolle come metodo di trattamento per il cancro, secondo un rapporto di New Atlas.

Queste piccole bolle, riempite di gas, si comportano come palloni che si espandono e si contraggono quando vengono sottoposte a onde sonore a determinate frequenze. Quando esposte a ultrasuoni a bassa frequenza, esplodono, eliminando fino all’80% delle cellule tumorali in modo istantaneo. Ancora più impressionante, l’esplosione crea piccole porosità nelle cellule rimanenti, consentendo a un gene della immunoterapia di entrare e attivare il sistema immunitario del corpo per attaccare il cancro.

Questa scoperta potrebbe portare a trattamenti per il cancro più sicuri ed efficaci, eliminando la necessità di interventi chirurgici invasivi mentre migliora la risposta immunitaria.

Le microbolle attivate da ultrasuoni rappresentano una tecnologia promettente non solo per il trattamento del cancro al seno, ma anche per diversi altri tipi di tumore. Gli studi e le applicazioni cliniche suggeriscono che questo metodo potrebbe essere efficace per:

  • Cancro al pancreas: Studi clinici hanno dimostrato che la combinazione di microbolle e ultrasuoni, insieme a farmaci chemioterapici come la gemcitabina, può ridurre significativamente la crescita dei tumori pancreatici, migliorando la qualità della vita dei pazienti2.

  • Cancro alla prostata: La terapia con microbolle e ultrasuoni è stata utilizzata per migliorare l’efficacia dei trattamenti, ridurre l’ipossia tumorale e aumentare la sensibilità alle radiazioni.

  • Cancro ovarico: Esperimenti su microbolle caricate con farmaci o RNA interferente hanno mostrato un aumento dell’efficacia terapeutica contro i tumori ovarici.

  • Melanoma: L’utilizzo di microbolle contenenti farmaci antitumorali come la doxorubicina, attivate da ultrasuoni, ha dimostrato di distruggere un numero significativamente maggiore di cellule di melanoma rispetto ai metodi tradizionali2.

  • Tumori della testa e del collo: Terapie combinate con microbolle e farmaci come cisplatino o cetuximab hanno portato a una significativa riduzione della massa tumorale.

  • Leucemia mieloide acuta: Studi in vitro hanno evidenziato che questo approccio può ridurre la sopravvivenza delle cellule leucemiche.

  • Fibrosarcoma: La terapia con microbolle e ultrasuoni ha mostrato efficacia anche su cellule di fibrosarcoma murino.

  • Tumori cerebrali (astrocitomi): Esperimenti su cellule di astrociti suggeriscono un potenziale utilizzo anche per tumori cerebrali.

  • Cancro al fegato: Studi clinici umani hanno dimostrato che la combinazione di microbolle e ultrasuoni può aumentare la sensibilità dei tumori epatici alla radioterapia, migliorando la sopravvivenza e riducendo la crescita tumorale.

  • Cancro al colon: Ricerche recenti indicano che questa tecnologia può essere applicata anche a tumori del colon, grazie alla capacità di migliorare la risposta immunitaria e la penetrazione dei farmaci.

In sintesi, la terapia con microbolle attivate da ultrasuoni mostra risultati promettenti in diversi tipi di tumori solidi (come seno, fegato, colon, prostata, ovaio, testa e collo, melanoma) e in alcune neoplasie ematologiche come la leucemia. Il metodo è in continua evoluzione e potrebbe diventare una strategia sempre più diffusa per trattare vari tipi di cancro, soprattutto quelli difficili da raggiungere o trattare con le tecniche tradizionali.



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