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Il barattolo del sale sul tavolo – ma non era una questione di cucina



Mio marito, Davide, ha questa strana abitudine: lascia sempre il barattolo del sale grosso sul tavolo della cucina. Dice che è “più comodo così, come faceva sua nonna”. A me, però, ha sempre dato fastidio. Questione di ordine. Di pulizia. Di igiene, perfino.



Un giorno d’estate, l’ho trovato lì di nuovo. Il barattolo aperto, i granelli sparsi accanto al tagliere. Ho sbuffato forte. “Davide! Puoi rimetterlo nella credenza almeno una volta?”

Lui è uscito dal bagno col solito sorriso stanco. “Tesoro, è solo sale. Che problema c’è?”

Quel “è solo sale” mi ha fatto esplodere. “Non è il sale, Davide. È il fatto che non mi ascolti mai. Ti chiedo una cosa semplice e sembra che non conti niente!”

Ci siamo zittiti entrambi. Il silenzio ha riempito la cucina, pesante come pietra.

Il giorno dopo ho chiamato mia sorella per sfogarmi. E come al solito, ha detto: “Ma dai, non farne un dramma. È il sale, mica un tradimento.”

Ma non era il sale. Era il fatto che da mesi mi sentivo invisibile.

Quella sera, ho trovato Davide seduto al tavolo con una vecchia scatola di latta tra le mani. Mi ha detto piano: “Era il barattolo del sale di nonna Rosa. Lei lo lasciava sul tavolo perché diceva che il sale doveva essere sempre pronto, come l’amore: utile, semplice, quotidiano.”

Poi ha aggiunto: “Quando i miei genitori litigavano, lei mi faceva sedere lì e mi diceva che finché c’era sale sul tavolo, nessuno era solo.”

Mi sono sentita un po’ piccola, in quel momento. Io vedevo disordine, lui vedeva un rifugio dell’infanzia.

Abbiamo parlato per ore quella sera. Di sua nonna. Di come si sentiva da bambino. Di come, forse, io avevo bisogno di sentirmi vista quanto lui aveva bisogno di sentirsi al sicuro.

Abbiamo trovato un compromesso: il barattolo rimane sul tavolo, ma con un sottopiatto elegante sotto. E io non sbuffo più. Perché ho capito che a volte le piccole cose non sono poi così piccole.

Un mese dopo, durante una cena con sua madre, lei ha sorriso vedendo il barattolo. “Nonna Rosa sarebbe felice. Diceva sempre che finché il sale era in mezzo alla tavola, la famiglia era unita.”

Ho trattenuto le lacrime. Era davvero solo sale? O era memoria, appartenenza, amore non detto?

Adesso ogni volta che vedo quel barattolo, sorrido. Perché so che non siamo perfetti, ma ci stiamo scegliendo, anche nelle cose più piccole.

E se un giorno litigate per qualcosa che vi sembra banale, chiedetevi: “Cosa rappresenta davvero per lui o per lei?”

La risposta potrebbe sorprendervi.



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