Un incremento significativo dei casi di infezione da Vibrio vulnificus, noto come batterio “mangia-carne”, sta destando forte preoccupazione tra le autorità sanitarie statunitensi. Questo microrganismo, che prolifera in acque marine calde o salmastre, è responsabile di almeno 10 morti e oltre 60 contagi registrati in diversi Stati americani, con un aumento superiore rispetto agli anni precedenti. Particolarmente colpite la Louisiana, con 17 casi e 4 decessi, e la Florida, dove si contano 16 contagi e 5 vittime. Anche la Carolina del Nord ha riportato 7 infezioni, una delle quali fatale ma attribuita a un diverso tipo di vibrione.
Il batterio si trasmette principalmente in due modi: attraverso ferite esposte ad acqua marina o salmastra contaminata, oppure mediante il consumo di molluschi crudi o poco cotti, in particolare ostriche e vongole. L’infezione può manifestarsi in forma lieve, ma nei casi più gravi porta a complicazioni molto serie, come fascite necrotizzante – una distruzione rapida dei tessuti – e setticemia, che può risultare fatale. Le statistiche mostrano che circa una persona su cinque che contrae Vibrio vulnificus non sopravvive.
Gli esperti sottolineano che l’aumento dei casi è strettamente legato all’innalzamento delle temperature marine, condizione che favorisce la proliferazione del batterio in lagune, estuari e zone costiere poco profonde. Questo spiega perché i contagi siano maggiori nei mesi estivi, da maggio a ottobre, quando l’acqua raggiunge livelli termici più elevati.
Dal punto di vista clinico, i sintomi dipendono dalla modalità di infezione. Se il contagio avviene attraverso una ferita, i pazienti sviluppano rapidamente gonfiore, arrossamenti e dolore intenso, che possono evolvere in lesioni vescicanti e necrosi cutanea. In alcuni casi si rende necessario un intervento chirurgico urgente o persino un’amputazione. Quando invece l’infezione deriva dal consumo di molluschi contaminati, si manifesta con disturbi gastrointestinali, come diarrea, nausea, crampi addominali e vomito.
In Louisiana, le autorità hanno diffuso un’allerta dopo che i casi registrati hanno superato il doppio della media degli ultimi dieci anni. Il Dipartimento della Salute ha spiegato: “I Vibrio vulnificus sono batteri che vivono naturalmente nelle acque costiere calde e sono presenti in numero maggiore tra maggio e ottobre, quando le temperature dell’acqua sono più elevate”. Le raccomandazioni principali sono di evitare il consumo di frutti di mare crudi o poco cotti, non entrare in mare in presenza di ferite e prestare attenzione durante la manipolazione di molluschi freschi.
Le stesse indicazioni arrivano anche dalla Florida, dove i funzionari sanitari hanno messo in guardia le persone con sistema immunitario compromesso, ricordando che le categorie più a rischio comprendono pazienti affetti da patologie epatiche, cancro, diabete e talassemia. In particolare, hanno sottolineato la necessità di proteggere mani e piedi durante la permanenza in spiaggia, per ridurre il rischio di lesioni cutanee che potrebbero facilitare il contagio.
Oltre a Louisiana, Florida e Carolina del Nord, casi di infezione da Vibrio vulnificus sono stati segnalati anche in Virginia (6), Texas (5), Alabama (3), Georgia (2), Mississippi (1), Carolina del Sud (1), Massachusetts (1) e persino in Arizona (1), sebbene i dati siano ancora considerati provvisori.
Gli esperti ritengono che il numero reale di contagi possa essere superiore, dal momento che non tutti i casi vengono diagnosticati tempestivamente. L’allerta resta quindi alta, soprattutto con l’avvicinarsi delle settimane più calde, periodo in cui la presenza del batterio in mare raggiunge i livelli più critici.
Il fenomeno rappresenta una sfida crescente per la sanità pubblica statunitense, che si trova a dover intensificare le campagne di prevenzione e informazione, sensibilizzando residenti e turisti sui rischi legati alla balneazione e al consumo di frutti di mare non adeguatamente cotti.



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