Una vicenda di crudeltà inaudita ha scosso il piccolo comune di Blufi, nel cuore del parco delle Madonie, in provincia di Palermo. Il cagnolino Braian, scomparso alcune settimane fa, è stato ritrovato morto in circostanze che hanno lasciato la comunità sotto shock. Dopo giorni di ricerche disperate da parte della famiglia, il cane è stato trovato scuoiato, legato e impiccato, vittima di una violenza brutale e insensata.
La scomparsa di Braian era stata segnalata sui social lo scorso gennaio. La famiglia, preoccupata per la sorte del proprio cane, aveva lanciato un appello accorato per ritrovarlo. “Lui è Braian, manca da Blufi da tre giorni. I proprietari lo stanno cercando disperatamente e sono distrutti”, aveva scritto una conoscente sui suoi profili social il 14 gennaio.
Purtroppo, dopo settimane di silenzio e speranze infrante, la stessa persona ha annunciato pochi giorni fa la tragica scoperta: “Braian non tornerà più a casa. Il cane è morto da pochi giorni, quindi il suo aguzzino lo avrà tenuto per tutto questo tempo e seviziato. Sono distrutta. Accanirsi contro un’anima innocente… ma perché?”.
Un atto di violenza che chiede giustizia
La brutalità dell’accaduto ha suscitato un’ondata di indignazione tra i cittadini di Blufi e non solo. La persona che ha condiviso la notizia ha lanciato un appello alla comunità affinché chiunque abbia visto o sentito qualcosa si faccia avanti per denunciare. “Invito chi sa, chi ha visto o sentito qualcosa a denunciare affinché chi si è macchiato di tanto orrore venga punito, essendo a mio parere un soggetto socialmente pericoloso. Invito anche il sindaco di Blufi ad attivarsi affinché un gesto così orribile, che ha scosso un’intera comunità, non resti impunito”.
Le parole riflettono lo sconcerto e la rabbia di una comunità che si sente tradita dall’assenza di risposte. La sensazione di impunità per atti di tale violenza è un tema ricorrente, e molti chiedono interventi più severi per prevenire simili atrocità in futuro.
La denuncia dell’attivista Enrico Rizzi
Sulla vicenda è intervenuto anche Enrico Rizzi, noto attivista per i diritti degli animali, che ha espresso il suo sdegno sui social. “Ma che bestie ci sono in giro? Possibile che 700 abitanti non sappiano cosa sia accaduto? Non abbiano visto nulla? Esiste un sindaco per spendere due parole? Criminali a piede libero, anche questa volta. L’ennesima volta. Una legge ridicola che non manda in galera chi commette queste azioni con una potenzialità criminale da paura nell’indifferenza della nostra squallida classe politica”.
Le sue parole mettono in evidenza un problema sistemico: le pene previste per chi si macchia di atti di violenza sugli animali sono spesso considerate troppo lievi rispetto alla gravità dei crimini commessi.
Un atto che non può restare impunito
La morte di Braian non è solo una tragedia personale per la sua famiglia, ma un episodio che mette in luce il lato più oscuro della nostra società. La crudeltà inflitta a un essere indifeso come un cane rappresenta un campanello d’allarme: chi è capace di compiere simili gesti potrebbe rappresentare un pericolo anche per le persone.
La comunità di Blufi, insieme agli attivisti per i diritti degli animali, chiede a gran voce che si faccia giustizia. È fondamentale che chi si è macchiato di questo orrore venga identificato e punito, non solo per dare un senso alla morte di Braian, ma anche per lanciare un messaggio chiaro: la violenza sugli animali non può e non deve essere tollerata.



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