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Il governo annuncia: “Italia pronta a inviare l’esercito per la pace a Gaza”



L’Italia si appresta a contribuire attivamente alla fase post-conflitto a Gaza. Fonti governative confermano a Repubblica la disponibilità a dispiegare unità di Carabinieri ed Esercito all’interno della forza di stabilizzazione internazionale, la cui pianificazione sarà oggetto del vertice di domani a Doha, convocato dal Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom), responsabile dell’area del Medio Oriente.  L’incontro avrà lo scopo di discutere la composizione e il mandato della missione.



Al vertice parteciperanno circa venti Paesi, con l’Italia rappresentata da una delegazione militare.  Rimangono diverse questioni da definire, tra cui il disarmo di Hamas, l’individuazione dei soggetti responsabili di tale operazione e le funzioni che dovrà svolgere il contingente internazionale.

Analogamente ad altri Paesi, anche l’Italia richiederà garanzie sulla sicurezza del personale militare impiegato sul territorio e sulle modalità di allestimento della base operativa che lo ospiterà.

L’obiettivo dell’amministrazione statunitense è costituire una forza di circa diecimila uomini, che sarà probabilmente guidata da un generale statunitense.  L’idea iniziale prevedeva la partecipazione esclusiva di Paesi arabi e musulmani, al fine di evitare che la Forza Internazionale di Sicurezza (Isf) venisse percepita come un intervento militare straniero ostile.  Successivamente, gli Stati Uniti hanno deciso di coinvolgere anche altri Paesi, contattandone circa settanta, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal. Almeno diciannove di questi Paesi hanno espresso interesse a contribuire, pur escludendo l’invio di truppe per il timore di essere coinvolti in combattimenti contro miliziani armati.

In questo contesto, le dichiarazioni rilasciate dal capo delegazione di Hamas, Khalil al Hayya, alla vigilia del summit qatarino, non rassicurano le cancellerie occidentali, né Paesi come l’Indonesia e l’Azerbaijan, che sono in prima linea nelle discussioni sulla forza internazionale.

“La resistenza e le sue armi costituiscono un diritto legittimo sancito dal diritto internazionale e sono strettamente connesse alla creazione di uno Stato palestinese”, ha dichiarato al-Hayya alla televisione Al-Aqsa.



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