La campionessa Sara Curtis ha annunciato sui suoi profili social una svolta significativa per la sua carriera e vita personale. La 18enne piemontese ha scelto di trasferirsi negli Stati Uniti per proseguire sia gli studi che l’attività agonistica. “Sono così felice di annunciare il mio impegno per continuare il mio percorso di nuoto e accademico presso l’Università della Virginia! Vorrei ringraziare la mia famiglia, gli amici e gli allenatori per avermi sostenuto in questa decisione”, ha condiviso Curtis su Instagram.
Dopo aver ottenuto il diploma presso l’Istituto Tecnico economico turistico, Sara parteciperà ai Mondiali in vasca lunga di Singapore a fine luglio, prima di iscriversi alla facoltà di Psicologia dell’Università della Virginia. Questa opportunità è resa possibile grazie a una borsa di studio che le è stata offerta.
Il padre, Vincenzo Curtis, ha espresso il suo orgoglio per la figlia, sottolineando i valori che hanno guidato la famiglia. “Abbiamo fatto dei sacrifici, li fanno tutti i parenti consapevoli – racconta a ‘La Stampa’- L’amore e il sostegno sono spontanei. I risultati di Sara sono sempre stati eclatanti, però abbiamo fatto le stesse cose per suo fratello maggiore che nuotava e ha smesso. Siamo orgogliosi di lui che fa l’elettricista ed è felice del suo lavoro quanto di Sara che a luglio va ai Mondiali di nuoto a Singapore. Conta la realizzazione”.
Sara Curtis ha recentemente guadagnato grande notorietà grazie alle sue prestazioni nei campionati assoluti di Riccione, dove ha stabilito record italiani nei 50 e 100 stile libero, superando il tempo di Federica Pellegrini sui 100. “Sono stati giorni incredibili – racconta papà Vincenzo – io e sua madre Helen ce lo aspettavamo, ma stare in mezzo al tifo, ai complimenti che non vanno fatti a noi, agli applausi… ci ha travolto. Vederla firmare gli autografi ai bambini mi ha commosso. È una figlia splendida e non ci saremmo mai persi la sua consacrazione”.
La storia familiare di Sara è arricchita da un mix culturale affascinante. Vincenzo ha conosciuto la madre Helen a un mercato di Torino, e insieme hanno costruito una vita tra Genola e Savigliano. “Bancarelle della frutta. Due storie di migranti. I miei sono di Cervaro, provincia di Frosinone, Helen viene dalla Nigeria, case di ringhiera per entrambi. Amore immediato, poi lei è un po’ scappata, scherzo, ma insomma, si è trasferita a Fossano, in provincia di Cuneo e io le sono corso dietro. Poi siamo andati a vivere a Genola, mai sentito nominare prima, però lì abbiamo trovato il monolocale in cui stare. Due cuori e una capanna. Solo dopo ci siamo trasferiti a Savigliano (dove è nata Sara, ndr), sempre nella zona, ma in campagna. Come per altri, dopo il Covid è stata un’esigenza: abbiamo ristrutturato una cascina, chiamato i nonni… Quanto è lontana l’Africa? Noi l’abbiamo in casa. Io e i miei figli non ci siamo stati, ma Sara e Andrea sentono il richiamo, il fascino per le radici della madre. Lo stesso che ho sentito io. Profondo. I ragazzi mangiano spesso piatti della terra di Helen, con le mani, come da tradizione. Il mix culturale è un vantaggio: hanno preso il meglio dalle due parti”.
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