Si accende nuovamente lo scontro politico tra il centrodestra e Ilaria Salis, europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, in seguito alla sua annunciata partecipazione a un’iniziativa legata all’occupazione di un immobile pubblico in via Don Minzoni a Bologna. La vicenda, che riporta al centro il tema del diritto alla casa e delle occupazioni abusive, ha provocato la dura reazione di Fratelli d’Italia, pronta a intraprendere un’azione legale contro la parlamentare europea.
In una nota ufficiale, l’eurodeputato di FdI Stefano Cavedagna ha dichiarato che il partito “denuncerà Ilaria Salis nel caso partecipi all’occupazione abusiva dello stabile di via Don Minzoni”, sottolineando che anche Asp Bologna e il Comune dovrebbero agire qualora la deputata compia tale gesto. “Non può passare il concetto che compiendo atti illegali si risolve la crisi abitativa”, ha scritto Cavedagna, accusando l’esponente di sinistra di legittimare un’azione contraria alla legge.
Lo stabile, una palazzina di proprietà pubblica appartenente per il 97% ad Asp, è stato occupato dal collettivo Plat, che da tempo promuove iniziative legate al diritto all’abitare. Attraverso i propri canali social, il gruppo ha annunciato la visita di Ilaria Salis per la giornata di giovedì 30 ottobre, in occasione di un incontro pubblico dedicato alla lotta contro gli sfratti e alla tutela delle famiglie in difficoltà. Il post, condiviso anche dalla stessa europarlamentare, recita: “Giovedì 30 ottobre l’europarlamentare Ilaria Salis sarà a Bologna per incontrare e manifestare la propria solidarietà alle persone e alle famiglie in lotta per il diritto all’abitare — protagoniste di uno sciopero della casa che ha dato vita a uno spazio di tutela contro gli sfratti e di transizione per l’emergenza abitativa in via Don Minzoni.”
Cavedagna, nel suo intervento, ha esteso le critiche anche alla giunta comunale guidata da Matteo Lepore, accusata di “vicinanza agli antagonisti di Plat”. L’eurodeputato ha inoltre paragonato la vicenda a quella del deputato Aboubakar Soumahoro, che nei mesi scorsi aveva espresso solidarietà agli occupanti di un altro edificio in via Capo di Lucca. “Il Comune e Asp dovrebbero denunciare Salis e adoperarsi per ottenere lo sgombero immediato dell’immobile”, ha aggiunto Cavedagna, affermando che la palazzina “attende di essere valorizzata” e che l’occupazione danneggerebbe “chi attende un alloggio proprio in quel luogo”. Il politico ha poi concluso con una provocazione: “Denunciamo, vediamo se si salva anche questa volta per un voto.”
Da parte sua, Ilaria Salis ha confermato la partecipazione all’incontro di giovedì, ribadendo che la sua presenza a Bologna avrà l’obiettivo di sostenere le famiglie coinvolte e dare visibilità alla questione abitativa. In una sua dichiarazione si legge: “Sarò a Bologna per ascoltare le loro storie di vita, esprimere tutta la mia solidarietà e sostenere politicamente questa importante lotta dal basso per il diritto all’abitare. Dobbiamo fare tutto il possibile perché queste famiglie, questi lavoratori, queste decine di minori possano finalmente disporre di una degna soluzione abitativa. Non è un’impresa impossibile, ma il minimo sindacale per un Paese civile.”
L’evento di giovedì 30 ottobre prevede, alle ore 17:30, un appuntamento pubblico aperto alla cittadinanza, durante il quale si discuterà su come contrastare la violenza degli sfratti e ripensare collettivamente il modo di abitare le città. Le forze dell’ordine, intanto, seguono con attenzione la situazione e valutano possibili implicazioni legali legate all’occupazione dell’immobile.
La tensione resta alta. Da un lato, Fratelli d’Italia insiste sulla necessità di far rispettare la legge e di non legittimare pratiche illegali, dall’altro Ilaria Salis continua a difendere l’iniziativa come un gesto di solidarietà verso chi vive in condizioni di emergenza abitativa. Resta da vedere se la presenza dell’europarlamentare si tradurrà in una partecipazione attiva all’occupazione o se il suo intervento avverrà esclusivamente nell’ambito dell’incontro pubblico. Le autorità comunali e Asp Bologna sono intanto chiamate a decidere come intervenire per gestire una vicenda che intreccia politica, legalità e disagio sociale.



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