​​


Immobili, supercar e soldi contanti: effettuato un nuovo sequestro milionario al cognato di Gianfranco Fini, noto per la casa di Montecarlo



Il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza ha effettuato il sequestro di beni per un valore totale di circa 2,2 milioni di euro a Giancarlo Tulliani, cognato dell’ex presidente della Camera Gianfranco Fini, attualmente latitante a Dubai. Tra i beni confiscati figurano una villa situata a Roma, conti correnti sia in Italia che all’estero, e due automobili, una delle quali di lusso.



Il sequestro è stato disposto dal Tribunale di Roma su richiesta dei pubblici ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia e fa parte di un’inchiesta avviata nel 2017 che ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un’associazione a delinquere di tipo transnazionale. Questa associazione era accusata di reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Come riportato in una nota ufficiale, “il profitto illecito dell’associazione, oggetto di riciclaggio, veniva impiegato, oltre che in attività economiche e finanziarie, anche nell’acquisizione di immobili da parte della famiglia Tulliani, in particolare Giancarlo”.

Tulliani è stato condannato a sei anni di reclusione per riciclaggio il 30 aprile 2024. Nella medesima sentenza, Gianfranco Fini ha ricevuto una condanna a due anni e otto mesi, mentre sua moglie Elisabetta Tulliani è stata condannata a cinque anni e il padre Sergio Tulliani a sei anni. L’accusa, rappresentata dai pm Barbara Sargenti e Maria Teresa Gerace, aveva richiesto pene più severe, chiedendo otto anni per Fini, nove per la moglie e dieci per il suocero e il cognato.

La vicenda si riferisce a una controversa compravendita di un appartamento di 45 metri quadrati situato nel centro del principato di Monaco. Questo immobile era stato lasciato in eredità nel 1999 dalla contessa Annamaria Colleoni ad Alleanza Nazionale, il partito di Fini all’epoca. Nel giugno 2008, l’appartamento è stato acquistato per trecentomila euro da una società offshore riconducibile a Giancarlo Tulliani, la Printemps Ltd. Successivamente, nell’ottobre dello stesso anno, la Printemps ha rivenduto l’immobile a Timara Ltd, riconducibile a Elisabetta Tulliani, per un importo di 330mila euro. Secondo l’accusa, il pagamento di questa transazione sarebbe stato effettuato con denaro di origine illecita appartenente a Francesco Corallo, un imprenditore noto nel settore delle slot machine. L’immobile è stato rivenduto nel 2015, realizzando una plusvalenza di oltre un milione di dollari.

Nel 2010, lo scandalo legato alla compravendita dell’appartamento ha suscitato un ampio dibattito mediatico, danneggiando gravemente la carriera politica di Fini, che aveva recentemente lasciato il partito Popolo della Libertà. Fini ha sempre sostenuto di non essere a conoscenza dell’identità dei veri acquirenti dell’immobile, affermando di essere stato ingannato dalla moglie e dal cognato, una tesi ribadita anche dai suoi legali in sede di giudizio.

Dopo la condanna, la Procura di Roma-Dda ha delegato la Guardia di Finanza a condurre ulteriori indagini per l’applicazione di misure di prevenzione nei confronti di Giancarlo Tulliani. Le indagini economico-patrimoniali e finanziarie condotte dalle Fiamme Gialle hanno rivelato una significativa discrepanza tra i redditi dichiarati e il tenore di vita di Tulliani, nonché il valore dei beni mobili, immobili e finanziari a lui riconducibili nel periodo compreso tra il 2008 e il 2015. Di conseguenza, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma ha disposto il sequestro dei beni.



1 comment

Rispondi a Massimo Cancel reply

  • Processo FARSA! Corallo già assolto! La PM Sargenti ha fatto questa bastardata e la stampa complice pubblica!