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Jesolo, medico con problemi cardiaci si sente male a fine turno e va al pronto soccorso: licenziato



Nel febbraio scorso, un medico in servizio presso il punto di Primo Soccorso di Ca’ Savio, gestito dalla Croce Verde di Jesolo, ha accusato sintomi riconducibili a un possibile infarto. Con un passato segnato dall’impianto di quattro stent coronarici, il professionista ha avvertito un malore attorno alle 19:52, poco prima della fine del turno, e ha deciso di interrompere l’attività per sottoporsi a un elettrocardiogramma di controllo.



Successivamente ha comunicato il suo stato di salute al direttore dell’associazione, alle 20:12, mentre si recava autonomamente al Pronto Soccorso dell’ospedale cittadino. Nonostante l’avviso in itinere e un periodo di malattia nei giorni successivi, pochi giorni più tardi ha ricevuto una lettera raccomandata con la quale veniva comunicata la cessazione del rapporto di lavoro per presunta “grave inadempienza”. 

Secondo quanto riferito dall’avvocato Luca Pavanetto, legale del medico, “Non è certo una condotta da considerarsi grave – anche perché il mio assistito ha avvertito un malessere durante il turno. Ha assunto i medicinali prescritti, ma i sintomi non miglioravano. A quel punto ha ritenuto opportuno effettuare un controllo più approfondito”. 

Durante quel turno, non era presente alcuna figura medica sostitutiva: l’unico infermiere aveva lasciato il presidio per un intervento in codice giallo su un’ambulanza. Il medico, temendo un peggioramento, ha preferito non rischiare e recarsi in auto all’ospedale di Jesolo, informando tempestivamente il direttore. Nonostante ciò, la Croce Verde ha ritenuto la sua azione inadempiente. 

L’avvocato Pavanetto ha evidenziato che il medico è “un professionista stimato, con diverse specializzazioni in Italia e all’estero”, e che il rapporto con la Croce Verde era sempre stato “di reciproca soddisfazione”. Ha sottolineato, inoltre, come la comunicazione del licenziamento sia stata “fredda e impersonale”, avvenuta unicamente attraverso una raccomandata, senza alcuna prima possibilità di chiarire fattivamente la situazione. 

A distanza di qualche giorno dall’episodio, la decisione ha gettato nella costernazione il medico e la sua difesa. L’avvocato ha reso noto che è in corso la predisposizione di un atto di citazione per contestare il provvedimento e tutelare non solo il rapporto di lavoro ma anche “l’onorabilità” del professionista. Tuttavia, non esclude un possibile accordo bonario, sottolineando che “siamo aperti alla conciliazione… perché pensiamo che la cosa possa risolversi senza finire in aula.” 

La vicenda ha suscitato attenzione mediatica, con testate locali e nazionali che hanno evidenziato le tempistiche e le motivazioni alla base del licenziamento. La Nuova Venezia ha sottolineato come l’allontanamento sia avvenuto quando mancavano “otto minuti alla fine del turno” e che il medico, temendo un attacco cardiaco, si era mosso “per un elettrocardiogramma il più vicino possibile, avvisando” il direttore della situazione. 



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