Un tragico episodio ha scosso la comunità di Latina, dove un ragazzo di 14 anni si è tolto la vita l’11 settembre, giorno in cui avrebbe dovuto iniziare il nuovo anno scolastico. La madre del giovane, intervistata da Fanpage.it, ha raccontato una serie di episodi di bullismo che il figlio aveva subito nel corso degli anni, senza che la scuola intervenisse in modo adeguato. “Un ragazzino ha preso a pugni mio figlio e ha lanciato il suo zaino contro il muro. Il professore invece di difenderlo se l’è presa con lui, dicendogli che non lo stava aiutando a calmare i compagni, come se gestire una classe sia compito di uno studente. Questo è stato l’ultimo episodio di bullismo del quale è stato vittima mio figlio”, ha dichiarato la donna.
La vicenda ha portato la Procura di Cassino ad aprire un’inchiesta per istigazione al suicidio, mentre il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha disposto un’ispezione nella scuola frequentata dal ragazzo. La madre ha descritto come, nonostante le segnalazioni e le denunce presentate dalla famiglia, non ci siano mai stati provvedimenti seri nei confronti dei bulli. “La scuola non ha mai tutelato nostro figlio. Ci rassicuravano dicendoci che avrebbero parlato con i ragazzi e le loro famiglie, ma nei confronti dei compagni di classe e degli insegnanti di mio figlio non è mai stato preso alcun provvedimento serio. Gli altri genitori sapevano ma sono stati zitti”, ha aggiunto.
L’autopsia sul corpo del ragazzo è stata eseguita presso l’ospedale Santa Scolastica di Cassino, e si attendono i risultati degli esami, che dovrebbero arrivare tra circa novanta giorni. La madre ha rivelato che il bullismo nei confronti del figlio è iniziato già durante le scuole elementari. “Il primo episodio di bullismo di cui è rimasto vittima mio figlio risale a quando frequentava la quinta elementare. Già i bambini di dieci anni lo insultavano in maniera molto pesante”, ha raccontato. In un episodio particolarmente inquietante, un compagno avrebbe portato un cacciavite a scuola e l’avrebbe puntato contro la pancia del ragazzo. “Quando la maestra è rientrata, ha incitato la classe contro mio figlio gridando: ‘Rissa, rissa, rissa’. Delle insegnanti hanno cercato di manipolarlo per fargli credere che ci stava raccontando bugie”, ha aggiunto la madre.
Dopo le elementari, la situazione non è migliorata. “Nemmeno il cambio di scuola ha posto fine alla situazione. Lo chiamavano Nino D’Angelo, femminuccia, e con altri nomignoli, lui ci stava male”, ha spiegato la madre, sottolineando l’importanza di affrontare seriamente il fenomeno del bullismo. “L’appello che mi sento di fare come madre è che bisognerebbe porre una profonda attenzione nella scuola perché spesso il fenomeno del bullismo viene ancora oggi sottovalutato con conseguenze gravi. Ai genitori di bambini e adolescenti vorrei dire di prendersi cura di loro, della loro emotività, di ascoltarli e di insegnargli a rispettare gli altri”, ha concluso.
Le indagini sul caso sono in corso e gli investigatori hanno già sequestrato i telefonini e l’Xbox del quattordicenne, utilizzati per giocare online, oltre agli smartphone dei compagni di classe. Le chat saranno analizzate per cercare eventuali messaggi sospetti che possano fornire ulteriori elementi sulla situazione vissuta dal ragazzo.
Il quattordicenne è stato trovato morto nella sua cameretta la mattina dell’11 settembre, poco prima dell’inizio della scuola. A trovarlo è stato il padre, che ha aperto la porta della stanza per svegliarlo. Dopo aver chiamato l’ambulanza e i carabinieri, i sanitari non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. I carabinieri hanno immediatamente ascoltato i genitori, che hanno raccontato di un ragazzo apparentemente sereno e allegro. “L’ultima volta in cui ho visto mio figlio era la sera prima, verso le 21. Ci siamo dati la buonanotte perché avrebbe ricominciato scuola. Il giorno prima era tranquillo, allegro, solare e sorridente. Era un ragazzo vivace con tanti interessi e passioni, tra i quali la pesca, la musica e la cucina. Gli piaceva imparare. Ricordo che mi disse di non voler tornare in classe”, ha dichiarato il padre.
La morte del quattordicenne ha scatenato un’ondata di indignazione e ha messo in luce la necessità di affrontare seriamente il problema del bullismo nelle scuole. La comunità di Latina è ora in lutto, e le autorità stanno cercando di garantire che episodi simili non si ripetano in futuro. Le indagini continueranno per accertare le responsabilità e per garantire giustizia al giovane e alla sua famiglia.



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