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“La mamma muore, una settimana dopo trovano un’auto nel Sile: dentro i corpi dei suoi due figli”



Un tragico evento ha scosso la provincia di Treviso, dove nel pomeriggio di giovedì 16 ottobre, i vigili del fuoco hanno recuperato una Renault Captur dalle acque del fiume Sile a Silea. All’interno del veicolo sono stati rinvenuti i corpi senza vita di due fratelli, una donna di 52 anni e un uomo di 55 anni, entrambi residenti a Mirano, in provincia di Venezia. I due, identificati come figli di Maria Bovo, una donna di 77 anni trovata morta nel fiume il 10 ottobre, rappresentano una famiglia che era già seguita dai servizi sociali.



Il ritrovamento dell’auto è avvenuto intorno alle 15, e la denuncia della loro scomparsa era stata presentata dagli zii dei due fratelli, che risultavano assenti dal 9 ottobre. Secondo le prime indagini, il dramma potrebbe essersi consumato il giorno stesso della scomparsa. Un sistema di riconoscimento targhe aveva registrato il passaggio della Renault Captur, intestata alla figlia, in compagnia della madre e del fratello. Tuttavia, non è chiaro come e perché l’auto sia finita nel fiume, poiché non ci sono telecamere di sorveglianza nella zona e nessun testimone ha riferito di aver visto l’incidente.

I corpi recuperati, sia quelli dei due fratelli che quello della madre, non presentavano segni di violenza. Secondo quanto emerso dall’autopsia, Maria Bovo non sarebbe morta per annegamento, in quanto non erano presenti tracce d’acqua nei polmoni. Gli esami hanno suggerito che l’anziana potrebbe essere deceduta a causa di un infarto, avvenuto prima che l’auto finisse in acqua. Pertanto, si ipotizza che il corpo sia stato gettato nel fiume dopo la morte.

Nelle prossime ore verrà disposta l’autopsia anche per i corpi dei due figli, mentre la procura di Treviso ha aperto un fascicolo per fare luce sulla vicenda, al momento senza indagati. È emerso che madre e figli erano seguiti dal centro di salute mentale dell’Usl 3, e la procura potrebbe acquisire la documentazione relativa per comprendere meglio la situazione familiare.

Il dramma che ha colpito questa famiglia ha suscitato grande preoccupazione e tristezza nella comunità locale. La notizia della morte di Maria Bovo e dei suoi due figli ha portato a una riflessione più ampia sulle problematiche legate al supporto sociale e sanitario per le famiglie in difficoltà. Le autorità locali stanno ora lavorando per chiarire la dinamica degli eventi e fornire risposte alle domande che circondano questa tragedia.

Gli inquirenti stanno esaminando attentamente tutte le evidenze disponibili e continuano a raccogliere testimonianze da chiunque possa avere informazioni utili. La mancanza di telecamere nella zona rende più complessa la ricostruzione dei fatti, ma le autorità sono determinate a fare chiarezza su quanto accaduto.

La storia di Maria Bovo e dei suoi figli è un triste promemoria delle sfide che molte famiglie affrontano. La loro situazione, seguita dai servizi sociali, evidenzia l’importanza di un supporto adeguato per evitare che simili tragedie si verifichino in futuro. La comunità di Mirano e le autorità locali sono ora unite nel tentativo di comprendere la portata di questo dramma e di offrire sostegno a chi ne ha bisogno.



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