L’assolotto messicano, una salamandra dagli occhi spalancati che vive permanentemente sott’acqua, ha sempre lasciato perplessi gli scienziati per la sua straordinaria capacità di rigenerare arti interi, midollo spinale e persino parti del cuore e del cervello. Ora, i ricercatori hanno svelato un tassello fondamentale del mistero: un singolo gene, chiamato Hand2, potrebbe guidare l’intero processo di rigenerazione.
In uno studio rivoluzionario dell’Institute of Molecular Biotechnology in Austria, gli scienziati hanno utilizzato tecniche di imaging ad alta risoluzione e mappatura dell’espressione genica per seguire come Hand2 orchestra la rigenerazione degli arti negli assolotti. Questo gene sembra dirigere l’identità posizionale—cioè indica alle cellule non solo cosa devono crescere, ma anche dove. È l’equivalente biologico di un progetto architettonico tridimensionale.
Cosa rende questa scoperta ancora più straordinaria? Anche gli esseri umani possiedono il gene Hand2. È attivo durante lo sviluppo embrionale, contribuendo a modellare arti e organi. Negli adulti, però, rimane per lo più silente. I ricercatori ritengono che imparare a riattivare o imitare la sua funzione possa portare a terapie rivoluzionarie per la riparazione dei tessuti, la rigenerazione degli organi o persino la ricrescita di arti.
Sono già in corso esperimenti su topi e tessuti umani coltivati in laboratorio. L’obiettivo è, un giorno, superare il processo di cicatrizzazione che limita la guarigione negli esseri umani e riuscire invece a innescare una crescita rigenerativa—ripristinando parti perse o danneggiate grazie alla nostra stessa biologia.
Non si tratta di fantascienza. È la scienza della rigenerazione che sta raggiungendo l’evoluzione—e che potrebbe riscrivere per sempre il modo in cui trattiamo le lesioni.
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