​​


Liliana Resinovich, 4 ore decisive per il caso: l’aggressore potrebbe essere qualcuno di sua conoscenza



Il caso di Liliana Resinovich, la cui scomparsa ha scosso l’opinione pubblica, ha ricevuto nuove e inquietanti rivelazioni grazie a un collegio peritale composto da esperti tra cui la Prof.ssa Cristina Cattaneo e il Dott. Stefano Tambuzzi. Secondo le conclusioni della perizia, Liliana sarebbe stata uccisa il giorno stesso della sua scomparsa, il 14 gennaio 2021. I periti hanno stabilito che la causa della morte è riconducibile a un meccanismo asfittico, specificando che si tratterebbe di un caso di asfissia meccanica esterna, dovuta a ostruzione delle vie aeree superiori.



La perizia ha evidenziato lesioni sul corpo di Liliana, alcune delle quali erano già state riscontrate durante il primo esame autoptico. L’analisi dei resti ossei e la rivalutazione dei vetrini istologici ottenuti in una precedente autopsia hanno fornito ulteriori indicazioni. I periti hanno notato la presenza di “plurimi poli d’urto al capo eteroinferti”, che suggeriscono che le lesioni potrebbero essere state causate sia durante il soffocamento che in seguito a una violenta aggressione fisica.

In particolare, sono stati identificati quattro diversi poli d’urto, le cui caratteristiche rendono improbabile l’ipotesi di una caduta accidentale nel luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere. Al contrario, questi elementi sono indicativi di una morte violenta. Le lesioni riscontrate sul volto e sulle mani di Liliana escludono anche l’ipotesi di suicidio, poiché il quadro clinico non è compatibile con tale scenario.

Quando Liliana è stata trovata, 22 giorni dopo la sua scomparsa, indossava gli stessi abiti del giorno della sua sparizione. Inoltre, è stata notata una recente depilazione alle gambe e il contenuto gastrico era compatibile con gli alimenti che la donna consumava abitualmente a colazione. L’analisi del contenuto gastrico ha permesso di restringere il periodo della sua morte, suggerendo che sia avvenuta nella mattinata del 14 gennaio 2021, tra la colazione e circa quattro ore dopo.

La ricostruzione degli eventi suggerisce che Liliana sia uscita da casa poco dopo le 8:30. La prima telecamera a riprenderla si trova all’ingresso della Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato, dove è stata immortalata alle 8:41. Un minuto dopo, è stata vista mentre gettava la spazzatura, ma le immagini di questa seconda ripresa non sono chiare. Successivamente, Liliana è scomparsa, e le sue tracce si sono perse per 22 giorni.

Quando è stata ritrovata nel boschetto, Liliana era avvolta in sacchi neri della spazzatura e in posizione fetale, mantenendo la borsa a tracolla nello stesso modo in cui era stata ripresa dalle telecamere. Questo porta a ipotizzare che, mentre passeggiava, sia stata avvicinata da qualcuno che l’ha costretta a salire su un mezzo di trasporto, portandola nel luogo in cui è stata uccisa in un arco temporale non superiore a quattro ore.

Le domande su chi possa averla convinta a salire sul mezzo rimangono aperte. Potrebbe trattarsi di un estraneo o di una persona a lei nota. Dalle testimonianze di chi conosceva Liliana, emerge che era una persona metodica e abitudinaria, il che rende difficile pensare che potesse salire volontariamente con uno sconosciuto. Le lesioni sul suo corpo indicano un’aggressione alla quale ha cercato di opporsi, suggerendo che l’aggressione potrebbe essere stata inaspettata.

Il GIP ha disposto ulteriori accertamenti, con 25 punti da verificare per ottenere una ricostruzione più dettagliata dei movimenti di Liliana e delle persone a lei vicine. Tra questi, l’acquisizione forense della GoPro del marito Sebastiano Visentin e l’analisi tecnico-informatica dei dispositivi delle persone che avevano rapporti con lei, in particolare Visintin e Claudio Sterpin.

Il periodo cruciale per la datazione della morte di Liliana è quello delle quattro ore successive alla colazione. Sarà fondamentale esaminare gli alibi forniti, in particolare quello del marito, il quale ha fornito dichiarazioni contraddittorie riguardo ai suoi spostamenti. Inizialmente ha detto di essere rientrato a casa per pranzo dopo un giro in bicicletta, ma le informazioni fornite agli inquirenti sono state poco chiare.

Il cellulare di Sebastiano si disconnette alle 9:12, rimanendo irraggiungibile fino alle 12:13. Questo intervallo di tempo, alla luce delle nuove evidenze, potrebbe avere implicazioni significative per l’indagine. La ricerca di verità sulla morte di Liliana Resinovich continua, con la speranza che le nuove scoperte possano portare a una risoluzione del caso.



Add comment