Durante una recente puntata di PiazzaPulita, trasmissione condotta da Corrado Formigli su La7, la giornalista Lilli Gruber ha espresso preoccupazione riguardo alla mancanza di interazioni dirette tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i giornalisti. Gruber ha sollevato interrogativi sul perché Meloni non organizzi conferenze stampa in cui possa confrontarsi apertamente con la stampa, citando come esempio il comportamento di altri leader politici, tra cui Matteo Renzi.
Formigli ha concordato, aggiungendo che anche Silvio Berlusconi era noto per confrontarsi con i giornalisti, anche se, come ha puntualizzato Gruber, durante le campagne elettorali la sua disponibilità era limitata. La giornalista ha commentato: “Sì, in campagna elettorale faceva un po’ poco ma insomma…”.
Il conduttore ha proseguito evidenziando una tendenza preoccupante: “Non siamo mai arrivati a un’allergia così forte per le domande come adesso”. Gruber ha ampliato il discorso, sottolineando che anche in Parlamento si riscontra questa allergia, poiché i rappresentanti del governo non rispondono nemmeno alle domande delle forze di opposizione.
A questo punto, Formigli ha fatto riferimento a un episodio recente avvenuto durante un’altra trasmissione condotta da Gruber, Otto e mezzo, dove ha notato che anche Gianfranco Fini, ex presidente della Camera, aveva mostrato segni di resistenza alle domande. Gruber ha risposto: “È diventato allergico in puntata, perché per la verità è stato gentilissimo sia prima che dopo”, chiarendo che il comportamento di Fini non rifletteva necessariamente la sua disponibilità in altre circostanze.
Formigli ha concluso il dibattito affermando: “Ormai si questiona sempre la domanda invece di pensare alla risposta, come se le domande non fossero tutte lecite”. Questa osservazione ha messo in evidenza un fenomeno crescente nel panorama politico italiano, dove la comunicazione tra politici e media sembra essere sempre più complessa e problematica.
In questo contesto, è importante notare come il dialogo tra politica e stampa sia fondamentale per la democrazia e la trasparenza. Le critiche di Gruber e Formigli pongono l’accento su una questione cruciale: la necessità di un confronto aperto e diretto tra i rappresentanti del governo e i giornalisti, per garantire che le domande legittime possano trovare risposte chiare e trasparenti.
L’analisi di Gruber non si limita solo alla figura di Giorgia Meloni, ma si estende a un fenomeno più ampio che coinvolge diversi attori politici e il loro rapporto con i media. Questo distacco, come indicato dai due giornalisti, potrebbe avere ripercussioni significative sulla percezione pubblica e sulla fiducia nei confronti delle istituzioni.
#Gruber: “… i suoi rapporti personali con Giorgia Meloni sono ottimi, mi pare di aver capito?”#Fini: “Non ci sono.”#Gruber: “Non ci sono?”#Fini: “Ecco faccia il titolo…”#ottoemezzo pic.twitter.com/odTRbUFUYj
— 𝚁𝚒𝚌𝚌𝚊𝚛𝚍𝚘 𝙳𝚎𝚒𝚊𝚜 (@RiccardoDeias) September 25, 2025



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