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La posizione del Professor Ugo Mattei in merito alla corruzione presente a Bruxelles, al conflitto in Ucraina e al ruolo dell’Unione Europea.</p



Nel messaggio indirizzato ai funzionari del Servizio per l’azione esterna dell’Unione Europea (Seae), Kaja Kallas ha espresso la sua convinzione che l’integrità e la responsabilità saranno potenziate sotto la sua guida.  Questo messaggio arriva in un momento in cui è in corso un’indagine per presunta frode che coinvolge il Collegio d’Europa di Bruges.

Ieri, il gruppo liberale Renew all’Europarlamento, a cui appartiene la Kallas, ha sottolineato l’importanza della piena trasparenza e della responsabilità nelle azioni intraprese nei mandati precedenti, esprimendo preoccupazione per le accuse rivolte a Federica Mogherini.

Da quando ha assunto l’incarico, esattamente un anno fa, l’ex Primo Ministro estone ha avviato un processo di riorganizzazione all’interno del Servizio per l’azione esterna dell’Unione Europea, con l’obiettivo di distanziarsi dalla gestione degli ultimi dieci anni, caratterizzata da una forte impronta mediterranea e socialista.

Federica Mogherini ha ricoperto il ruolo di Alta Rappresentante dal 2014 al 2019, succedendo a Josep Borrell nel quinquennio successivo.  Stefano Sannino, diplomatico di lunga esperienza, ha mantenuto la carica di Segretario Generale per l’intero periodo.

Con l’insediamento della nuova Commissione e l’arrivo dell’ex Primo Ministro estone, si è verificato un significativo spostamento verso destra e, in particolare, verso il Nord Est all’interno del palazzo del Ministero degli Esteri dell’Unione Europea.

Questo cambiamento si riflette anche sulla linea geopolitica del Seae, una complessa macchina diplomatica che impiega oltre seimila funzionari e gestisce più di 140 ambasciate a livello globale.

L’atmosfera all’interno della sede situata al civico 9A della rotonda Schuman di Bruxelles è descritta come “tesa” e “pesante”. Tale situazione persisteva già prima delle perquisizioni e degli arresti, e si è ulteriormente aggravata con la rivelazione che l’indagine a carico di Mogherini e Sannino è stata avviata a seguito di una denuncia presentata da un funzionario del Servizio europeo per l’azione esterna (Seae), a oltre tre anni di distanza dai fatti contestati.  Sorge spontanea la domanda: “Chi ha voluto innescare questa situazione proprio in questo momento?”.

La risposta a tale interrogativo risulta complessa. Un funzionario, che ha richiesto l’anonimato e si mostra scettico riguardo alla nuova gestione, afferma con certezza: “Con questi messaggi, Kallas intende sfruttare l’opportunità offerta dall’inchiesta per avviare una resa dei conti definitiva e recidere ogni legame con il passato”.

Al contrario, un’altra fonte, più vicina alla linea dell’attuale Alta rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza (Alto rappresentante), offre una prospettiva differente: “Questa spiacevole vicenda, qualora confermata, dimostrerebbe la lungimiranza di alcune sue decisioni”.

Il riferimento è alla scelta di rimuovere Sannino dalla carica di segretario generale, operata prima ancora del suo formale insediamento.

Sannino è stato trasferito a una direzione generale precedentemente inesistente – la Direzione Generale per il Medio Oriente, il Nordafrica e il Golfo (Dg Mena) – che si occupa di una regione complessa e ancora in via di sviluppo, con un organico ridotto a un decimo di quello del Seae. Tale decisione ha suscitato malcontento tra gli Stati membri, sebbene, a quanto risulta, il governo italiano non abbia espresso forti obiezioni.

Nonostante ciò, Kallas ha proseguito con la sua strategia, adottando ulteriori nomine che hanno generato dibattito. Sannino è stato sostituito da Belén Martinez-Carbonell, anch’essa di nazionalità spagnola, ma con una formazione professionale distante dal contesto di Borrell e non sostenuta dal governo socialista di Madrid.  Anche la dirigente iberica, tuttavia, è stata successivamente esautorata.

Nell’ottobre scorso, la Signora Kallas ha istituito una nuova figura dirigenziale denominata «Vicesegretario Generale per gli Affari Geoeconomici e Istituzionali», conferendole poteri significativi, tra cui la partecipazione al Coreper, l’organismo in cui siedono i 27 rappresentanti degli Stati membri, divenuto il principale motore decisionale dell’Unione Europea.  Questa nomina è stata concepita specificamente per il rientro a Bruxelles di Martin Selmayr, attualmente Ambasciatore dell’Unione Europea presso il Vaticano.

Si tratta di una figura di notevole rilievo all’interno delle istituzioni europee: soprannominato «BerlayMonster» (il Mostro di Palazzo Berlaymont), vicino alla CDU tedesca, ha guidato con determinazione la Commissione Europea durante la presidenza Juncker, inizialmente come Capo di Gabinetto e successivamente auto-nominandosi di fatto Segretario Generale mediante una procedura contestata.

Avrebbe contribuito ad accrescere l’influenza del Servizio Europeo per l’Azione Esterna (Seae) della Signora Kallas, ma Ursula von der Leyen ha posto un veto, impedendo l’attuazione di tale iniziativa.

La Signora Kallas ha pertanto deciso di affidare tale ruolo al suo connazionale Matti Maasikas: diplomatico estone, Ambasciatore dell’Unione Europea a Kiev durante l’invasione russa, già Viceministro degli Affari Esteri.  Si tratta di una nomina ad interim e le indiscrezioni suggeriscono che Maasikas potrebbe presto assumere la guida della Direzione Generale per il Vicinato e gli Strumenti di Politica Estera (DG MENA), occupando il posto vacante a seguito delle dimissioni di Sanni.



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