Nel suo consueto intervento all’inizio di È sempre Cartabianca, Mauro Corona, scrittore e opinionista, ha dedicato un ampio spazio alla figura di Papa Francesco, scomparso recentemente. La puntata, caratterizzata da un’atmosfera di riflessione, ha visto Corona esprimere il suo rammarico per la perdita del Pontefice, commentando: “Non è più Papa Bergoglio, ma Papa Orgoglio. Alla fine un uomo rimane un uomo, nonostante il compito così importante. Mi è dispiaciuto molto, pensavo fosse fuori pericolo”.
Corona ha sottolineato l’umanità di Francesco, definendolo un “galantuomo” e un uomo vicino alla gente. Ha apprezzato il suo approccio diretto e il rifiuto di seguire rigidamente i protocolli ecclesiastici: “Mi piaceva perché non si faceva portare in portantina. Andava contro i protocolli così barbosi. Mi piaceva perché stava con la terra. Il metodo migliore per fare gli uomini migliori: stare con la terra e con la gente”.
Il commento di Corona ha toccato anche la questione della presenza di alcuni leader politici in occasione della morte del Pontefice. In particolare, ha criticato Javier Milei, presidente argentino, che ha annunciato la sua intenzione di rendere omaggio a Francesco: “Cosa viene a fare? Dovrebbe stare a casa dopo tutto quello che ha detto di Bergoglio e su Bergoglio. Se viene qui, ce l’ho io la motosega”. Questa affermazione ha evidenziato il disprezzo di Corona nei confronti di chi, a suo avviso, ha mostrato una mancanza di rispetto nei confronti del Pontefice.
Corona ha anche analizzato il motivo per cui Papa Francesco fosse così apprezzato anche tra i non credenti. “Aveva questo potere di purezza e semplicità che anche l’ateo, o il non credente o il laico, anche quelli giravano l’occhio, tendevano l’orecchio. Perché diceva parole che fanno bene. Lui diceva parole che fanno bene anche a me”, ha spiegato, sottolineando come il Pontefice riuscisse a toccare le corde più profonde dell’animo umano.
La sua influenza si estendeva anche a coloro che normalmente non si identificano con la Chiesa: “Ha goduto dell’affetto di tutti, anche i peggiori detrattori a un certo punto hanno fatto silenzio e si sono messi ad ascoltarlo. Questa è una gran cosa”. Corona ha poi riflettuto sull’importanza della Pasqua, sottolineando che la morte di Francesco dopo aver celebrato questa festività non fosse casuale, ma piuttosto un segno di un compito ben assolvibile: “È qualcosa di incredibile”.
L’opinionista ha inoltre criticato aspramente la reazione di alcuni leader politici, in particolare Benjamin Netanyahu, affermando che “faranno finta di piangerlo, ma molti si fregano le mani e glielo posso garantire”. Ha accusato il primo ministro israeliano di non rispettare la figura di Francesco e di cercare di silenziare le sue parole. “Quel boia di Netanyahu proibisce di parlare di lui e alcuni capi di Stato lo ricevono addirittura, ma il tempo è galantuomo e anche lui pagherà le sue colpe”, ha aggiunto Corona, evidenziando il suo disprezzo per le azioni di Netanyahu.
La discussione ha messo in luce non solo il legame tra Papa Francesco e i suoi sostenitori, ma anche le tensioni politiche che circondano la sua figura. Corona ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza di continuare a ricordare e rispettare l’eredità di Francesco, che ha saputo parlare al cuore di molti, al di là delle fedi religiose.
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