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Medico confessa atrocità: abusati centinaia di piccoli pazienti, tutto annotato nei suoi diari



Durante il primo giorno del processo che si è aperto ieri al tribunale di Vannes, il medico Joel Le Scouarnec ha confessato di aver commesso atti gravemente inappropriati nei confronti di centinaia di piccoli pazienti. “Ho commesso atti spregevoli, ho fatto cose orribili,” ha dichiarato l’ormai 74enne, consapevole del dolore e delle cicatrici indelebili inflitte alle sue vittime. Le accuse contro di lui riguardano aggressioni sessuali e violenze su 299 pazienti, per la maggior parte di età inferiore ai 15 anni.



Le vittime di Le Scouarnec variano notevolmente in età: la più giovane aveva solo un anno, mentre la più anziana ne aveva 70. Tra le vittime, 158 erano maschi e 141 femmine, abusati dal medico mentre erano sotto sedazione. Questi abusi si sarebbero verificati ininterrottamente dal 1989 al 2014, principalmente in Bretagna, dove Le Scouarnec esercitava la sua professione in diversi ospedali.

La maggior parte delle vittime non era a conoscenza degli abusi subiti, poiché si trovava sotto anestesia o era stordita a causa di interventi chirurgici. Per molti, la scoperta di quanto accaduto è avvenuta solo quando la polizia ha fornito loro informazioni al riguardo. La rivelazione degli abusi è emersa quando gli agenti hanno esaminato i diari del medico, nei quali aveva annotato meticolosamente gli abusi, includendo nomi e dettagli delle vittime. Queste annotazioni sono state scoperte durante le perquisizioni effettuate per un altro caso di abusi su quattro bambini, che ha portato all’arresto di Le Scouarnec nel 2017 e alla sua condanna nel 2020.

Inizialmente, Le Scouarnec aveva negato le accuse, sostenendo che i suoi diari fossero semplici racconti delle sue “fantasie”. Tuttavia, nella sua breve dichiarazione al tribunale, ha definito i suoi scritti “molto violenti”. “Non posso tornare indietro, ma ho il dovere nei confronti delle vittime e dei loro familiari di ammettere le mie azioni e le conseguenze che hanno avuto e che senza dubbio continueranno ad avere per tutta la vita,” ha aggiunto.

Il procuratore Stéphane Kellenberger ha sottolineato in aula la gravità della situazione, affermando: “Tutto in questa terribile storia è fuori dall’ordinario. Non sono state le vittime ad avvicinarsi agli inquirenti, ma gli inquirenti ad allertare le vittime.” Ha rivelato che molti dei pazienti non avevano memoria degli abusi, e alcuni avrebbero preferito rimanere nell’ignoranza. “Il silenzio ha regnato per troppo tempo,” ha concluso.

Alcuni dei pazienti che hanno ricordato gli abusi hanno riferito che le violenze subite da piccoli hanno avuto un impatto devastante sulle loro vite. Tra le vittime c’è anche un paziente di Le Scouarnec che, secondo i familiari, si è suicidato alcuni anni fa a causa delle conseguenze di quei ricordi traumatizzanti.

L’avvocato difensore di Le Scouarnec ha dichiarato che il suo assistito ha ammesso la “stragrande maggioranza” delle accuse e ha affermato di aver collaborato con gli inquirenti per “ammettere gli eventi che costituivano stupro e quelli che, a mio avviso, non lo costituivano.”

Il processo ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, non solo per la gravità delle accuse, ma anche per le implicazioni etiche e legali che ne derivano. La testimonianza di Le Scouarnec, un tempo rispettato chirurgo, ha scosso profondamente la comunità, mettendo in luce le vulnerabilità dei pazienti in contesti medici e la necessità di proteggere i più deboli.

La vicenda di Joel Le Scouarnec rappresenta un triste capitolo della storia della medicina, evidenziando quanto sia cruciale garantire la sicurezza dei pazienti e vigilare su chi esercita professioni di grande responsabilità. Con il processo in corso, le vittime e le loro famiglie sperano che la giustizia possa finalmente fare il suo corso, portando a una chiara condanna degli abusi e a un riconoscimento del dolore subito.



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