Quando mia suocera è arrivata in visita da noi, ha subito iniziato a ispezionare la casa con aria critica. Appena entrata nella nostra camera da letto, ha annunciato con decisione che avrebbe dormito lì, nonostante quella fosse chiaramente la stanza riservata a me e a mio marito.
Ho provato a spiegarle con cortesia che quella camera non era disponibile, offrendole un’altra stanza appositamente preparata per lei. Tuttavia, ha rifiutato senza esitazione, sostenendo che si trovava più a suo agio nella nostra.
Ignorando ogni tentativo di mediazione, si è infilata nel nostro letto con disinvoltura, come se fosse la cosa più naturale del mondo. A quel punto, mi sono rivolta a mio marito, sperando che potesse farle capire la situazione, ma anche lui sembrava in difficoltà nell’affrontare sua madre.
Alla fine ho ceduto, proponendo un compromesso:
– Va bene, lasciamola dormire nella nostra camera… ma solo per questa notte.
Tuttavia, avevo già pensato a una soluzione alternativa, discreta ma efficace.
Sapevo che mia suocera soffriva di allergia al pelo di gatto e, prima del suo arrivo, ci aveva esplicitamente chiesto di eliminare ogni traccia del nostro animale domestico. Così, approfittando del momento in cui è andata a farsi la doccia, ho posizionato alcuni peli di gatto sotto le lenzuola del letto.
Dopo pochi minuti dal suo rientro in camera, è corsa fuori tossendo e lamentandosi per una reazione allergica. Io, con aria sorpresa e premurosa, le ho detto:
– Mi dispiace tantissimo! Il gatto non entra mai lì, ma forse qualche pelo è rimasto. Forse sarebbe meglio che dormisse nell’altra stanza, lì siamo certi che il gatto non è mai entrato.
Lei ha accettato immediatamente. E così, con garbo e senza creare conflitti, sono riuscita a riprendere possesso della mia camera da letto, sentendomi in qualche modo vittoriosa.
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