L’attrice Nadia Bengala ricorda l’attore Alvaro Vitali come “una persona carina, perbene e alla mano”, gentile sul set e nella vita privata.
Nella sua intervista a Fanpage.it, Nadia Bengala ha voluto far emergere il lato umano e autentico di Alvaro Vitali, spentosi a Roma all’età di 75 anni a causa di una broncopolmonite . I due erano stati protagonisti insieme del film del 1990 Pierino torna a scuola, diretto da Mariano Laurenti, l’ultimo della saga cinematografica che aveva reso celebre il personaggio di Pierino .
Nadia Bengala ricorda di aver conosciuto Vitali proprio nel periodo delle riprese del film: “ho conosciuto Alvaro Vitali nel 1990, quando abbiamo girato il film ‘Pierino torna a scuola’, l’ultimo della saga” . L’attrice sottolinea come, nonostante il successo e la fama, l’attore sia sempre rimasto “con i piedi per terra”. In particolare, ciò che l’ha colpita maggiormente sono state le relazioni che Vitali intratteneva con le sue compagne, tutte caratterizzate da un forte sentimento di gelosia:
“Ne ho conosciute diverse e alcune erano davvero bellissime, prorompenti. Tutte, senza eccezioni, erano gelosissime di lui. […] alcune di queste fidanzate facevano cose assurde… tutte innamoratissime di lui” .
Ritratto quindi un uomo affabile e rispettoso, professionale durante le riprese e cordiale nella vita quotidiana, tanto da essere definito “un uomo alla mano” .
Il loro ultimo incontro risale a pochi mesi fa presso Roma, dove Vitali stava impegnato in uno spettacolo teatrale. Bengala l’ha ripercorso con emozione:
“L’ho visto per l’ultima volta qualche mese fa perché era in teatro a Roma. Stava bene, lavorava. […] era rimasto dolce, un uomo buono” .
Una delle testimonianze raccolte da amici intimi riferisce che, al momento delle dimissioni dall’ospedale, Vitali appariva “benino”, documento, secondo la fonte, “non lo avevano trovato così male” appena due settimane prima .
La carriera di Alvaro Vitali è costellata di successi nel cinema popolare italiano, rese indimenticabili dal personaggio di Pierino – eppure, non ha mai smesso di essere ricordato come “un uomo perbene”, una definizione che tradisce il profondo rispetto che i suoi colleghi e gli amici nutrivano nei suoi confronti.
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