Lorenzo Musetti non l’ha proprio digerita, la batosta contro Sinner agli US Open. Un 3-0 secco, roba che non lascia nemmeno lo spazio per respirare. Derby tutto italiano, sì, ma Sinner? Un marziano. Ha spento le luci a Musetti dal primo scambio, senza mai mollare il piede dall’acceleratore. Nel dopo partita, Musetti l’ha ammesso senza giri di parole: “Jannik oggi era di un altro livello e secondo me, contro uno così, devi solo sperare che ti lasci qualche spiraglio, perché non regala nulla.”
Spoiler: di spiragli, Musetti ne ha visti davvero pochi. “Mi è capitato raramente di sentire così tanta pressione durante gli scambi,” ha raccontato. “Non ho avuto quasi mai il controllo. Era sempre lui a dettare il ritmo. Sensazione negativa, punto.” Però, almeno un lato buono l’ha trovato: “Prestazione assurda di Sinner, era superiore e lo ha fatto vedere.” Poi, chiaro, l’amarezza resta: “Jannik è uno di quelli che ti schiaccia, non ti dà proprio il tempo di capire come fargli male.”
Alla classica domanda “Come si batte Sinner adesso?”, Musetti alza le mani: “Mi ha davvero stupito. Forse l’unica è servire alla grande, e poi provare a giocarsela nello scambio. Jannik ti costringe a salire di livello, ti sfianca.” E poi, così, secco: “Alcaraz – se sta bene – forse è l’unico che può metterlo in difficoltà.”
Ah, Musetti ha pure buttato lì un commento sull’atmosfera: “Nel primo set ero di fretta, non sentivo nemmeno il rumore della pallina, c’era un casino incredibile. Dai box non mi arrivava nulla – vabbè, dettagli, bisogna abituarsi. Ma mai giocato in una bolgia simile.” Non cerca scuse, però: “Non è per giustificarsi, eh. Sinner ha strameritato. Gli auguro pure di tenersi il titolo stretto.”



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