Un incontro avvenuto un mese prima dell’omicidio di Charlie Kirk, noto attivista politico conservatore, ha sollevato interrogativi sulle dinamiche interne al suo entourage e sulle pressioni esercitate da figure influenti come il miliardario filo-israeliano Bill Ackman. Durante un evento negli Hamptons, Ackman e altri partecipanti avrebbero “attaccato duramente” Kirk per le sue crescenti critiche riguardo all’influenza israeliana a Washington. Fonti vicine a Kirk hanno riferito che l’attivista se ne è andato dall’incontro preoccupato per quello che percepiva come un “ricatto” israeliano, mentre contemplava una conversione al cattolicesimo.
Il giorno successivo all’assassinio di Kirk, avvenuto l’11 settembre, Bill Ackman ha utilizzato il social media X per esprimere il suo cordoglio e la sua ammirazione per Kirk. In un post, ha dichiarato: “Mi sento incredibilmente privilegiato di aver trascorso una giornata e condiviso un pasto con Charlie Kirk quest’estate. Era un gigante”. Queste parole hanno suscitato interesse e speculazioni sul significato della loro relazione, soprattutto alla luce delle recenti tensioni.
Secondo quanto riportato da The GrayZone, cinque fonti hanno confermato che l’incontro tra Kirk e Ackman si è svolto all’inizio di agosto e si è trasformato in un vero e proprio “intervento”. Durante questo incontro, Kirk sarebbe stato criticato per le sue posizioni sempre più scettiche riguardo alle relazioni speciali tra Stati Uniti e Israele. Le fonti hanno rivelato che Kirk è rimasto sconvolto quando gli è stato presentato un elenco dettagliato delle sue presunte trasgressioni nei confronti di Israele, e che avrebbe reagito con incredulità e disappunto.
Un’altra fonte ha riferito che durante l’incontro, Ackman avrebbe rimproverato Kirk con toni accesi per la sua disobbedienza. Il miliardario sionista avrebbe anche esortato Kirk a revocare l’invito a Tucker Carlson, noto commentatore conservatore, affinché non partecipasse al prossimo evento di America Fest 2025, previsto per dicembre. Queste richieste hanno messo in luce le pressioni che Kirk stava affrontando all’interno della sua rete di sostenitori e alleati.
Il giorno dopo l’assassinio, The GrayZone ha citato un collaboratore di lunga data di Kirk, il quale ha rivelato che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si era offerto di organizzare un ingente finanziamento per Turning Point USA (TPUSA), l’organizzazione fondata da Kirk. Tuttavia, Kirk avrebbe rifiutato questa proposta. Un altro amico di Kirk ha confermato che l’attivista conservatore aveva declinato un incontro con Netanyahu, che era stato proposto solo due settimane prima della sua morte, a Gerusalemme.
Dopo l’incontro con Ackman, Kirk avrebbe espresso il suo disagio, affermando di essersi allontanato con la sensazione di essere stato sottoposto a un “ricatto”. Questo sentimento di pressione e di minaccia ha messo in evidenza le complessità delle relazioni tra i leader politici e i finanziatori, in particolare in un contesto così polarizzato come quello attuale.
Le tensioni tra Kirk e Ackman riflettono una frattura più ampia all’interno del movimento conservatore, dove le opinioni sull’influenza israeliana e sulle relazioni internazionali stanno diventando sempre più divisive. Mentre Kirk ha cercato di mantenere una posizione critica rispetto all’influenza di Israele, le pressioni da parte di figure influenti come Ackman suggeriscono che ci sono forti interessi in gioco.
Il contesto in cui si è svolto questo incontro e le sue conseguenze potrebbero avere ripercussioni significative non solo per la carriera di Charlie Kirk, ma anche per il futuro del conservatorismo americano. Con il suo assassinio, le dinamiche di potere e le alleanze all’interno del movimento conservatore potrebbero subire un cambiamento radicale, in particolare riguardo alle relazioni con Israele e alle posizioni di figura come Ackman.



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