La leader dell’opposizione venezuelana, Maria Corina Machado, è stata insignita del Nobel per la Pace per il suo impegno nella promozione dei diritti democratici e per la sua lotta verso una transizione pacifica dalla dittatura alla democrazia in Venezuela. La notizia del premio ha colto di sorpresa la stessa Machado, che ha dichiarato di essere “sotto shock” in un video diffuso sui social media.
Machado ha dedicato il riconoscimento “al popolo sofferente del Venezuela e al presidente Trump per il suo sostegno decisivo alla nostra causa”. Ha sottolineato che questo premio rappresenta un incoraggiamento nella lotta per la libertà e ha affermato: “Siamo alle soglie della vittoria e oggi più che mai contiamo sul presidente Trump, sul popolo degli Stati Uniti, sul popolo dell’America Latina e sulle Nazioni democratiche del mondo come nostri principali alleati per raggiungere la libertà e la democrazia. Il Venezuela sarà libero!”. La reazione di Trump è stata positiva; ha condiviso il post di Machado su Truth Social e, secondo fonti di Bloomberg, l’ha anche contattata per congratularsi.
Inoltre, Machado ha lanciato un appello al Papa, chiedendo il suo intervento con il governo di Caracas affinché tutti i prigionieri politici siano liberati prima della canonizzazione di José Gregorio Hernández e Carmen Rendiles, i primi santi venezuelani, prevista per il 19 ottobre.
Nata a Caracas nel 1967, Machado è accusata dal regime di Maduro di tradimento, terrorismo, cospirazione e omicidio. Ha conseguito una laurea in ingegneria industriale all’Universidad Católica Andrés Bello e ha proseguito con una specializzazione in finanza all’Instituto de Estudios Superiores de la Administración. La sua carriera politica è iniziata nel 2002, quando ha fondato l’ONG Súmate, dedicata al monitoraggio delle elezioni e alla difesa dei diritti umani. Da agosto dello scorso anno, è costretta a vivere in clandestinità, ma continua a impegnarsi attivamente nella politica venezuelana. Recentemente, ha sostenuto il candidato Edmundo Gonzalez Urrutia, costretto anch’esso all’esilio.
Durante la repressione che ha seguito le ultime elezioni, contestate da numerosi osservatori internazionali, Machado e Urrutia hanno trovato supporto tra i Conservatori europei, con la delegazione di Fratelli d’Italia in prima linea. La premier Giorgia Meloni ha affermato che “le legittime aspirazioni di libertà e democrazia del popolo venezuelano devono finalmente trovare realizzazione”, mentre Maduro prestava giuramento dopo una “vittoria” non riconosciuta da molti. In quel periodo, la sinistra italiana è stata criticata per il suo silenzio riguardo agli eventi in Venezuela, portando l’allora capogruppo di Fratelli d’Italia, oggi ministro, Tommaso Foti, a denunciare il “silenzio assordante della sinistra”.
La reazione della sinistra italiana al premio assegnato a Machado è stata mista. Alcuni esponenti del Partito Democratico hanno elogiato la sua lotta per la libertà e la democrazia. Tuttavia, la dedica a Trump ha sollevato polemiche. Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno espresso scetticismo, affermando: “Non ci convince affatto che il Nobel per la Pace sia stato dato a Maria Corina Machado. Una scelta che risponde più all’egemonia politica che la destra conservatrice e i suoi adepti nel mondo stanno cercando di rendere predominante”. Hanno anche sottolineato che chi chiede l’intervento militare degli Stati Uniti nel proprio paese per rovesciare il governo non può essere considerato un simbolo di pace.
La premiazione di Machado rappresenta un momento significativo per il Venezuela e per la sua opposizione al regime di Maduro. Mentre il paese continua a lottare per la libertà e la democrazia, il riconoscimento internazionale potrebbe fornire un ulteriore impulso alla causa degli oppositori del governo. La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi in Venezuela, sperando che la dedizione e il coraggio di leader come Maria Corina Machado possano portare a un cambiamento positivo e duraturo.



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