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“Non poteva più lavorare né vedere le amiche”: le violenze di Gianluca Soncin su Pamela Genini



La storia di Pamela Genini si tinge di dramma e violenza, culminando in un femminicidio che ha scosso l’opinione pubblica. Il fidanzato, Gianluca Soncin, ha sistematicamente distrutto la vita della giovane, ostacolando la sua carriera e isolandola dalle amicizie. Prima di ucciderla con circa 30 coltellate, Soncin ha esercitato un controllo opprimente sulla vita di Pamela, impedendole di lavorare e sabotando le sue aspirazioni come modella e imprenditrice.



Il giudice per le indagini preliminari, Tommaso Perna, ha descritto come Soncin avesse “fatto terra bruciata intorno” a Pamela, eliminando ogni amicizia maschile e femminile dalla sua vita. Questo isolamento ha creato una spirale di violenza crescente, culminata nel tragico omicidio. La sua migliore amica e socia, Elisa Bartolotti, ha raccontato: “Mi inviava solo messaggi a tempo, aveva impostato la cancellazione automatica della chat per non farsi scoprire da lui”. Questo comportamento rappresentava un disperato tentativo di mantenere i contatti con le sue amiche, mentre viveva in un costante stato di paura.

Pamela cercava di mantenere un contatto con le sue amiche, ma era costretta a farlo in segreto. “Mi diceva: non mi telefonare che sono con lui, ti chiamo quando porto fuori il cane”, ha aggiunto Bartolotti. Soncin le aveva fornito una carta bancaria, ma la utilizzava come strumento di controllo, chiudendola a seconda del comportamento di Pamela. Un’altra amica ha spiegato: “Doveva stare alle sue regole”.

Nel luglio del 2024, Pamela ha deciso di organizzare una vacanza con le amiche, sperando di allontanarsi da Soncin. Tuttavia, il 52enne ha tentato di impedirle di partire, presentandosi senza preavviso sotto casa sua. L’ex fidanzato di Pamela, che era diventato un amico e confidente, ha raccontato: “Lui si era presentato senza preavviso sotto casa di Pamela. Lei gli aveva detto che sarebbe partita con le amiche per una vacanza, a quel punto lui aveva preso a calci la porta d’ingresso”. Soncin la minacciava, dicendo che ci sarebbero state “conseguenze” se fosse partita.

Pamela viveva in uno stato di terrore costante, come ha confidato all’ex fidanzato: “Non posso lasciarlo, altrimenti mi ammazza”. Questa paura la costringeva a cambiare frequentemente abitazione e a modificare i suoi percorsi per evitare di incrociarlo. Era così spaventata da dover tenere il telefono in mano durante i tragitti a piedi, temendo di essere seguita.

Il 3 settembre 2024, dopo l’ennesima aggressione domestica, Pamela ha cercato rifugio presso un’amica e si è recata in ospedale per una frattura alla mano. Qui, ha raccontato ai medici di essere vittima di violenza da parte del compagno. Tuttavia, la sua richiesta d’aiuto è stata ignorata, come accaduto in molte altre occasioni. Questo ennesimo fallimento nel supportarla ha evidenziato le lacune nel sistema di protezione delle vittime di violenza domestica.



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