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Occupazione abusiva, la Salis difende i manifestanti e il giudice cita le sue argomentazioni



A Torino, l’occupazione di immobili ha assunto un nuovo significato legale, dopo che la Corte d’Appello ha assolto 13 attivisti di diverse nazionalità, tra cui italiana, francese, inglese e scandinava, che avevano occupato la casa cantoniera di Oulx. Questo edificio, situato lungo la rotta migratoria tra Italia e Francia, è diventato un simbolo di accoglienza per i migranti negli ultimi sette anni, trasformandosi in una sorta di ostello. La recente sentenza ha suscitato polemiche e interrogativi sulla gestione delle proprietà private e sull’interpretazione della legge in materia di occupazione.



La Corte ha emesso questa decisione per la seconda volta in pochi mesi, confermando un precedente verdetto che aveva già assolto altri 19 attivisti accusati di invasione di terreni o edifici. Gli attivisti erano stati sgomberati in passato, ma i giudici hanno ritenuto che la loro occupazione fosse giustificata da uno “stato di necessità”. Questa interpretazione si basa sull’articolo 54 del Codice Penale, che consente di considerare legittime le occupazioni in determinate circostanze.

La casa cantoniera di Oulx è diventata un presidio politicizzato, con cartelli che esprimono solidarietà verso i migranti e contestano i decreti sull’immigrazione firmati dall’ex ministro degli Interni, Matteo Salvini, durante il governo Conte I. Le sentenze della Corte hanno quindi avallato la posizione degli occupanti, i quali non sono stati considerati completamente abusivi, ma piuttosto semi-abusivi, a causa delle condizioni particolari che giustificano la loro presenza.

Le attività all’interno della casa cantoniera sono state documentate anche dalle telecamere della Digos, che hanno mostrato come il luogo fosse utilizzato per fornire supporto e ristoro ai migranti provenienti dalla rotta balcanica. Questo aspetto ha contribuito a rafforzare la posizione degli attivisti, che sostengono di agire in un contesto di emergenza umanitaria. L’europarlamentare Ilaria Salis, sostenitrice dei movimenti pro-migranti, ha commentato la sentenza come una vittoria importante, affermando: “Viene ribadito infatti che lo stato di necessità giustifica legalmente l’occupazione di immobili sfitti.”

La sentenza ha generato entusiasmo tra gli attivisti di sinistra, che vedono in essa un’opportunità per estendere i diritti di occupazione in contesti simili. Salis ha dichiarato: “Non c’è dl Sicurezza che tenga. E noi dobbiamo difendere ed estendere questo fondamentale principio civile e politico. Mai più case senza gente, mai più gente senza casa!” Questa affermazione ha evocato la retorica dell’esproprio proletario, ora reinterpretata in chiave pro-migranti.

La Corte d’Appello di Torino ha quindi stabilito un precedente significativo, legittimando le occupazioni che prima erano considerate abusiva. La decisione non solo ha confermato la posizione degli attivisti, ma ha anche rappresentato un sostegno per la sinistra radicale, che si è mobilitata attivamente in difesa dei diritti dei migranti. Salis, in particolare, ha alzato la voce anche in altre occasioni, contestando il diritto dei turisti di occupare le stesse aree della valle, che secondo lei dovrebbero essere accessibili principalmente agli extracomunitari di passaggio.

Questa situazione ha sollevato interrogativi su come la legge venga interpretata e applicata in contesti di emergenza, e se le decisioni dei giudici possano influenzare ulteriormente il dibattito pubblico sull’immigrazione e sull’occupazione degli immobili. La Corte ha dimostrato, per la seconda volta in pochi mesi, di condividere una visione più permissiva riguardo alle occupazioni in situazioni di necessità.



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