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Paderno Dugnano, sterminò la famiglia a 17 anni: per il giudice “aveva pianificato tutto lucidamente”



Il Tribunale per i Minorenni di Milano ha emesso una sentenza di condanna a 20 anni di reclusione nei confronti di un giovane che, all’età di 17 anni, ha assassinato i suoi genitori e il fratellino di 12 anni nella loro abitazione a Paderno Dugnano. L’episodio è avvenuto il 31 agosto 2024, dopo una serata di festeggiamenti per il compleanno del padre. Nonostante una perizia psichiatrica avesse evidenziato un vizio parziale di mente, il giudice ha deciso di non tenerne conto, infliggendo la pena massima prevista per i procedimenti minorili.



La tragedia si è consumata durante la notte, quando il ragazzo, rimasto sveglio davanti alla televisione, ha deciso di agire. Inizialmente, ha ucciso il fratellino mentre dormiva, per poi aggredire la madre, che era intervenuta per soccorrere il figlio, e infine il padre. Al momento dell’arrivo dei carabinieri, il giovane ha confessato: “Li ho uccisi tutti io.”

Durante il processo, il giudice per le indagini preliminari aveva ordinato una perizia psichiatrica sul ragazzo, che ha confermato l’esistenza di un vizio parziale di mente. Tuttavia, il gup ha ritenuto che il giovane fosse in grado di intendere e di volere al momento dei fatti. Nelle motivazioni della sentenza, il giudice ha descritto il ragazzo come “guidato da un pensiero stravagante” e “bizzarro”, con l’intento di raggiungere “l’immortalità attraverso l’eliminazione della propria famiglia”. Nonostante ciò, il gup ha affermato che il giovane fosse sempre rimasto in “controllo”, capace di distinguere “la realtà dall’immaginazione”.

L’avvocato difensore, Amedeo Rizza, ha espresso il suo disaccordo con le motivazioni del giudice, affermando: “Ovviamente non condivido questa motivazione”. Il legale ha sottolineato che il giudice non ha considerato l’impatto concreto della patologia del ragazzo sul reato commesso, evidenziando un nesso di causalità che, a suo avviso, è stato trascurato. Rizza ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso in Appello contro la sentenza.

Il caso ha sollevato interrogativi non solo sulla responsabilità penale del giovane, ma anche sulla sua condizione mentale. La perizia psichiatrica, che ha accertato il vizio parziale di mente, ha messo in luce la complessità del caso e la necessità di una valutazione approfondita delle circostanze in cui si è verificato il delitto. La decisione del giudice di ignorare questo aspetto ha suscitato preoccupazioni riguardo alla giustizia e alla comprensione delle malattie mentali nel contesto legale.

La vicenda ha colpito profondamente l’opinione pubblica, sollevando domande su come la società affronti la salute mentale e il trattamento dei giovani autori di crimini gravi. Il fatto che un ragazzo così giovane possa compiere atti di violenza così estremi ha portato a riflessioni su possibili segnali di allerta e sulla necessità di un supporto adeguato per le famiglie in crisi.

Mentre il processo si avvia verso il grado di Appello, l’attenzione rimane alta su questo caso tragico. Le discussioni sulla salute mentale, la responsabilità penale e il supporto alle famiglie continueranno a essere al centro del dibattito pubblico, mentre il giovane si prepara a presentare la sua difesa in un contesto legale che potrebbe cambiare la sua vita per sempre.



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