La canzone di Lucio Corsi, seconda a Sanremo, è diventata un inno di speranza per un bambino con mutismo selettivo e i suoi genitori.
Lucio Corsi, con la sua canzone presentata al Festival di Sanremo 2025, non ha solo conquistato il secondo posto a pochi centesimi dal vincitore, ma ha anche realizzato qualcosa di straordinario: ha dato voce a chi credeva di non averla. Un bambino di 9 anni, affetto da mutismo selettivo, ha canticchiato per la prima volta dopo anni la melodia del brano di Corsi, regalando ai suoi genitori un momento di gioia indescrivibile.
“Lucio, mio figlio di 9 anni con mutismo selettivo oggi, mentre andavamo a scuola con la tua canzone in macchina, ha canticchiato a bocca chiusa la melodia. Finora era successo solo con un’altra canzone anni fa. Grazie per questa magia, per noi hai già vinto”, ha scritto la madre del bambino sotto un post del cantante. Questo messaggio, carico di emozione, ha raccolto una pioggia di consensi e ha acceso i riflettori su un tema poco discusso: il mutismo selettivo nei bambini.
Perché la canzone di Lucio Corsi ha fatto la differenza
La psicoterapeuta Marta Di Meo, esperta in mutismo selettivo dal 2009, ha spiegato perché proprio il brano di Corsi sia riuscito a toccare così profondamente il cuore del bambino. “Lucio Corsi nella sua canzone racconta di aver attraversato la paura e di aver desiderato essere un duro, ma di aver capito che poteva essere solo se stesso. Sono certa che quel bambino si sia sentito come lui e abbia deciso di canticchiare perché ha ascoltato un cantante verbalizzare il suo malessere”.
Secondo l’esperta, i bambini con mutismo selettivo sono spesso ipersensibili, sia fisicamente che a livello cognitivo. Questo li rende particolarmente ricettivi a testi e melodie che riescono a trasmettere emozioni profonde. La canzone di Corsi, con la sua dolcezza e il suo messaggio di accettazione, sembra aver rappresentato un rifugio sicuro per il bambino, spingendolo a fare un passo importante verso l’espressione di sé.
Cos’è il mutismo selettivo e come riconoscerlo
Il mutismo selettivo è un disturbo d’ansia che si manifesta con l’incapacità di parlare in determinati contesti sociali, pur essendo perfettamente in grado di comunicare in ambienti familiari. Spesso viene confuso con timidezza o problemi del linguaggio, ma in realtà è una condizione più complessa.
“La chiusura del corpo davanti a stimoli sociali è una reazione all’ansia”, spiega Di Meo. Il disturbo si manifesta già intorno ai 3 anni e mezzo, ma la diagnosi arriva generalmente verso i 5 anni. Non esiste una causa specifica: non è legato a traumi, ma può emergere in bambini con una predisposizione familiare ai disturbi d’ansia.
La scuola, spesso, rappresenta il primo campanello d’allarme. “Accade che il bambino non parli con insegnanti e compagni, ma comunichi serenamente a casa. In questi casi, è fondamentale che scuola e famiglia collaborino per aiutare il bambino a superare gradualmente le sue difficoltà”, aggiunge l’esperta.
Il ruolo della musica come terapia
La canzone di Lucio Corsi, intitolata “Volevo essere un duro”, racconta il viaggio interiore di una persona che affronta le proprie paure e accetta la propria vulnerabilità. Un messaggio che, secondo Di Meo, risuona profondamente nei bambini con mutismo selettivo, che spesso si sentono bloccati da un’ansia che non riescono a verbalizzare.
“Non è un caso che proprio questa canzone abbia spinto il bambino a canticchiare. La melodia lo ha coinvolto, ma sono convinta che anche il testo lo abbia fatto sentire compreso”, spiega la psicoterapeuta. La ripetizione dell’ascolto può diventare uno strumento terapeutico. “Più il bambino ascolta e canticchia questa canzone, più si sentirà capace di affrontare la situazione e di gestire il suo disturbo d’ansia”.
Il gesto della madre del bambino, che ha condiviso pubblicamente la sua esperienza, ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica su un disturbo di cui si parla ancora troppo poco. Secondo Di Meo, è importante che genitori, insegnanti e terapeuti lavorino insieme per creare un ambiente che favorisca l’apertura dei bambini.
“In questo processo, il bambino non va mai forzato. Anche se desidera parlare, il suo corpo glielo impedisce. Forzarlo potrebbe essere controproducente, ma lasciarlo stare potrebbe portarlo a credere di non essere capace di comunicare”, sottolinea l’esperta.
Lucio Corsi, con la sua semplicità e il suo messaggio di accettazione, ha dimostrato che la musica può essere molto più di un intrattenimento: può diventare una cura. Nonostante il secondo posto a Sanremo, ha compiuto una rivoluzione sociale, regalando speranza e forza a chi lotta contro le proprie ansie.
In un mondo sempre più frenetico, dove spesso non c’è spazio per ascoltare le emozioni, la musica di Corsi ha ricordato l’importanza di fermarsi, accettarsi e trovare la propria voce. Forse non ha vinto il Festival, ma per quel bambino di 9 anni e la sua famiglia, è stato un vero trionfo.
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