A distanza di anni dagli eventi che lo hanno coinvolto, Piero Marrazzo, ex presidente della Regione Lazio, ha deciso di affrontare la sua storia attraverso un libro che ha presentato recentemente. Questa vicenda, che ha segnato profondamente la sua vita, è legata a uno scandalo risalente ai primi anni Duemila. Marrazzo ha ribadito più volte che le vere vittime di quel periodo sono state le donne transessuali, le quali hanno dovuto affrontare un pesante stigma sociale a causa di quanto accaduto.
In un’intervista con Nunzia De Girolamo durante la prima puntata di “Ciao Maschio”, trasmessa sabato 5 aprile su Rai 1, Marrazzo ha espresso il suo disappunto riguardo al modo in cui i media hanno trattato la sua vicenda. Ha descritto l’esperienza come un vero e proprio agguato, affermando: “Io ho vissuto un agguato da parte di alcuni carabinieri infedeli, ma in quel momento ero in compagnia di una donna transessuale, sex worker, una prostituta.”
Marrazzo ha proseguito la sua critica, evidenziando il ruolo di alcuni media che, a suo avviso, hanno speculato sulla sua storia in modo eccessivo. Ha fatto riferimento specifico al programma “Porta a Porta”, dicendo: “Ecco, un Presidente Regione e Commissario della sanità e dei rifiuti, non può farsi trovare in quella situazione.” Ha sottolineato che, nel contesto del caso dei carabinieri infedeli, le vere vittime sono state le donne transessuali, che sono state esposte in prima e seconda serata, diventando oggetto di discussione e spettacolo.
Marrazzo ha continuato spiegando come queste donne siano state presentate in modo riduttivo, affermando: “In realtà non erano altro che dei feticci della sessualità. Venivano sbattute lì per raggiungere degli obiettivi di share o solo per colpire qualcuno.” Ha denunciato il fatto che, dopo essere state utilizzate per attirare l’attenzione del pubblico, queste donne venissero poi rimosse dal contesto, lasciando loro un ulteriore peso da sopportare.
Il suo intervento ha messo in luce una questione più ampia riguardante il trattamento dei soggetti vulnerabili nei media. Marrazzo ha parlato di “finto perbenismo” da parte di alcuni spazi informativi, suggerendo che il modo in cui sono state trattate le donne trans è stato non solo inappropriato, ma anche dannoso. La sua testimonianza si inserisce in un dibattito più ampio sul rispetto e la dignità delle persone trans in un contesto mediatico che spesso tende a sfruttare le loro storie per attrarre l’attenzione.
La polemica sollevata da Piero Marrazzo e le sue dichiarazioni hanno riacceso l’interesse su come i media trattano questioni legate all’identità di genere e alla sessualità. In un momento in cui la società sta cercando di affrontare le problematiche legate alla discriminazione e al pregiudizio, le parole di Marrazzo rappresentano un richiamo alla responsabilità da parte dei giornalisti e dei programmi televisivi.
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