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Proteste contro Vannacci: contestato durante il suo intervento sulla remigrazione



Roberto Vannacci è stato contestato a Livorno, dove era tra i relatori del “Remigration Summit 2025”, un convegno ad alta sicurezza dedicato al tema della “re-immigrazione”, al quale erano annunciati anche rappresentanti del partito tedesco di estrema destra AfD. Cori, striscioni, urla e lanci di bottigliette e uova contro alcune auto hanno segnato momenti di tensione, comunque gestiti efficacemente dalla polizia, anche quando alcuni giovani della Lega sono entrati alla convention.



All’esterno del Grand Hotel Palazzo, di fronte all’ingresso presidiato dalle forze dell’ordine, erano presenti circa cinquanta manifestanti. Un numero esiguo, ma sufficiente per offrire a Vannacci l’occasione di commentare con fastidio anche le proteste avvenute il giorno prima in occasione dello sciopero generale:

«Ci chiamano estremisti, ma qui dentro nessuno lancia molotov, nessuno colpisce i poliziotti con bastoni, nessuno brucia effigi di rappresentanti del Governo o di personaggi pubblici. Fuori, invece, accade. Quindi vorrei capire chi siano davvero gli estremisti: noi, che parliamo di problemi, o chi mette a ferro e fuoco città e Paese nelle piazze? Gli estremisti sono loro, non noi.»

Uno striscione esposto all’esterno recitava: “Fuori i fascisti da Livorno, free Palestine”. Vannacci ha commentato anche questo:

«Ho letto che Hamas avrebbe accettato il piano di pace di Trump, quindi in teoria le manifestazioni dovrebbero cessare. Invece continuano. Qual è lo scopo, allora, se non quello di creare discordia in Italia? Di ostacolare un governo di destra? Perché questo è, in fondo, il vero obiettivo.»

Quanto al tema del convegno, Vannacci ha difeso l’uso del termine “remigrazione”:

«Remigrazione non è una parolaccia. Si tratta di riportare nei propri Paesi coloro che sono entrati illegalmente. Esiste un diritto all’emigrazione, ma non un diritto all’accoglienza. Non c’è alcun Paese obbligato ad accogliere chi emigra per motivazioni esclusivamente economiche. Chi è entrato illegalmente in Europa, in Italia, dovrebbe essere rimpatriato, perché esiste anche — e ancor più forte — il diritto a vivere e crescere nel proprio Paese, come ha ricordato anche il Papa.»


Rimpatri forzati per difendere “le radici”: al Remigration Summit di Livorno l’asse Lega-AfD
Estratto da un articolo di Luca Balestri per Editoriale Domani

È la città simbolo della sinistra italiana, Livorno, ad aver ospitato uno degli eventi politici più controversi della settimana. In piena campagna elettorale per le elezioni regionali del 12 e 13 ottobre, il capoluogo toscano ha fatto da cornice al “Remigration Summit 2025”.

L’evento, tenutosi nel lussuoso Grand Hotel Palazzo, ha avuto come protagonista il generale Roberto Vannacci, europarlamentare della Lega e vicesegretario federale del partito. L’obiettivo dichiarato: discutere proposte per il rimpatrio forzato dei migranti presenti in Europa verso i rispettivi Paesi d’origine.

L’iniziativa è stata organizzata da Andrea Ballarati, referente italiano della galassia “remigrazionista”, e da Lorenzo Gasperini, dirigente della Lega Toscana. Tra gli ospiti internazionali spiccavano due esponenti dell’AfD, partito tedesco di estrema destra: l’eurodeputato Petr Bystro e lo scrittore Stefan Korte.

«Remigrazione non è una parolaccia», ha ribadito Vannacci, accolto da lunghi applausi da parte del centinaio di presenti.
«Qualcuno ha detto che non esiste l’italianità. Ma noi siamo bianchi. E non per questo sono un nazista. Un nero può essere italiano per cittadinanza, ma le sue origini non sono italiane. E ne deve essere fiero. Deve difendere le sue origini. Le radici sono forse la cosa più importante per l’animo umano.»

Vannacci ha poi citato Papa Francesco e Benedetto XVI, ribaltando l’immagine del primo come promotore dell’accoglienza:

«Anche il Papa ha detto che ogni persona ha il diritto di restare nel proprio Paese. Chi ha perso le proprie radici tende a voler sradicare anche gli altri.
Vedere persone che pregano Allah in piazza Duomo è segno di sradicamento. Come lo è vietare il prosciutto nelle mense scolastiche. L’immigrazione cancella le radici da cui proveniamo, e che sono essenziali per l’essere umano.»

Secondo il generale, la responsabilità dell’attuale politica migratoria sarebbe della sinistra:

«La sinistra vuole riempirci di disperati. Non vede l’ora di creare un melting pot per realizzare gli Stati Uniti d’Europa. Così verrebbe cancellato tutto ciò su cui si fonda la nostra civiltà.
La maggioranza degli immigrati è a nostro carico: forniamo loro scuola, casa, sanità, tutto. Ma lo Stato sociale si basa su chi fa parte della stessa società. È difficile chiedere a un cittadino di pagare per qualcuno che vuole imporre i propri valori su di noi.»

La soluzione proposta? Rimpatrio immediato:

«Per prima cosa bisogna fermare l’immigrazione clandestina. Bloccare i flussi, arginarli e andare avanti finché non ci si riesce. Al Parlamento europeo abbiamo proposto di finanziare barriere fisiche per i confini terrestri più esposti e piattaforme per l’immigrazione al di fuori dell’area Schengen. Ma la sinistra ha votato contro.»

Un’ulteriore proposta di Vannacci riguarda i fondi europei per lo sviluppo:

«Bisognerebbe condizionarli all’implementazione degli accordi per i rimpatri. Sarebbe uno strumento efficace, ma anche su questo la sinistra ha votato no.»



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