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Ragazzo di 14 anni multato per pesca senza permesso. Il padre: “Hanno detto che doveva imparare una lezione”



Un episodio controverso ha coinvolto un ragazzo di 14 anni a Taibon Agordino, un comune situato nei pressi di Belluno, dove il giovane è stato multato per aver praticato la pesca senza il necessario permesso. L’adolescente, desideroso di trascorrere del tempo al lago mentre i genitori erano impegnati nel ristorante di famiglia, non era a conoscenza dell’obbligo di possedere un libretto di pesca per poter esercitare l’attività.



Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero, il ragazzo si è recato al lago in valle San Lucano, ma è stato fermato dai vigili durante un controllo. Circa un’ora dopo il suo arrivo, ha contattato i familiari per informarli che era stato sottoposto a verifiche da parte delle autorità. In preda al panico, il giovane ha dichiarato di aver fatto il permesso al mattino stesso, ma di averlo dimenticato a casa. La madre, preoccupata, lo ha rassicurato, promettendo che il giorno successivo sarebbe andata a richiedere il libretto di pesca e avrebbe spiegato la situazione ai vigili.

Il giorno seguente, la situazione ha preso una piega imprevista. Come raccontato dal padre del ragazzo in un post sui social, un’auto della provincia di Belluno si è fermata davanti al ristorante di famiglia. Due agenti sono scesi e hanno chiesto se avessero già provveduto a fare il libretto di pesca, e in caso contrario, quando lo avrebbero fatto. La madre ha spiegato l’accaduto, ma gli agenti hanno riferito che il giorno precedente il loro figlio era stato trovato senza permesso e che avrebbero dovuto redigere un verbale. Gli agenti hanno affermato di aver chiesto più volte al ragazzo se avesse il permesso, ricevendo sempre la stessa risposta: che l’aveva dimenticato a casa.

Il padre ha aggiunto che la madre ha cercato di spiegare agli agenti che il figlio era andato nel panico e aveva risposto senza riflettere. Tuttavia, nonostante le spiegazioni, i genitori si sono visti consegnare un verbale di 166 euro per la violazione.

In un momento di frustrazione, il padre ha chiesto agli agenti se fossero soddisfatti di aver multato un ragazzo di 14 anni per un’ora di pesca senza permesso. L’agente ha replicato: “Gliel’ho chiesto quattro volte, bisogna educarli questi bambini”. Il padre ha sottolineato che il figlio ha la possibilità di pagare la multa lavorando nel ristorante di famiglia e ha ribadito che il ragazzo non stava compiendo atti criminali, ma semplicemente aveva pescato per un’ora.

Dopo l’accaduto, il libretto di pesca è stato ottenuto il giorno successivo al controllo, con un costo di 106 euro. La situazione ha suscitato una certa indignazione tra i familiari e i conoscenti, che hanno espresso solidarietà nei confronti del giovane e dei suoi genitori. La vicenda ha sollevato interrogativi sulla proporzionalità della sanzione e sull’opportunità di educare i più giovani riguardo alle normative, piuttosto che punirli severamente per errori di gioventù.

L’episodio ha anche attirato l’attenzione di alcuni media locali e sui social, dove molti utenti hanno commentato la questione, sostenendo che una multa per una simile infrazione potesse risultare eccessiva. Alcuni hanno suggerito che sarebbe stato più utile un approccio educativo, piuttosto che una sanzione economica, specialmente considerando l’età del ragazzo.

La questione della pesca senza permesso è un tema delicato, che tocca aspetti legati alla gestione delle risorse naturali e alla necessità di rispettare le normative vigenti. Tuttavia, il caso del giovane di Taibon Agordino ha messo in luce anche la necessità di un equilibrio tra la legge e la comprensione delle situazioni in cui si trovano i più giovani.



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