Il Tribunale di Rimini ha emesso oggi una sentenza di condanna a otto anni di reclusione nei confronti di un uomo di 28 anni, accusato di aver abusato sessualmente della cugina dodicenne. L’episodio risale al 2020, quando la giovane rimase incinta a seguito degli abusi. Il giudice ha inoltre disposto un risarcimento di 50mila euro per la vittima e ulteriori 20mila euro per i genitori, che si erano costituiti parte civile nel processo.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo, all’epoca dei fatti ventitreenne, era stato incaricato dai familiari della minore di prendersi cura di lei durante le loro frequenti assenze dovute a impegni lavorativi. Gli abusi sarebbero avvenuti nella casa di famiglia a Riccione, dove l’uomo aveva instaurato un rapporto continuato con la giovane. La situazione è venuta alla luce solo quando la scuola ha scoperto la gravidanza della ragazzina, ormai giunta all’ottavo mese. L’istituto scolastico ha segnalato il caso ai parenti, dando il via agli accertamenti medici e alla successiva denuncia.
Il padre e la madre della bambina non avevano mai sospettato nulla fino alla scoperta della gravidanza. L’uomo, dopo che il caso era stato reso pubblico, aveva cercato di sfuggire alle conseguenze trasferendosi presso alcuni parenti a Firenze, dove è stato rintracciato e arrestato. Durante il processo, il 28enne ha sostenuto che i rapporti fossero consensuali, e la cugina ha confermato questa versione. Tuttavia, trattandosi di una minore di 12 anni, il consenso non è legalmente rilevante.
Il bambino nato dalla relazione è stato affidato alla famiglia della ragazza, che si è presa cura di lui. La Procura aveva inizialmente chiesto una condanna a dieci anni di carcere per l’imputato, ma il giudice ha optato per una pena ridotta a otto anni. Oltre alla condanna principale, l’uomo era sotto processo per altre accuse, tra cui spaccio di droga, intralcio alla giustizia e presunti abusi su un’altra cugina dodicenne. Tuttavia, per quest’ultimo capo d’accusa è stato assolto perché “il fatto non sussiste”. Gli inquirenti hanno stabilito che le accuse mosse dalla seconda minore erano state indotte da alcuni familiari e non corrispondevano a eventi reali.
L’avvocato difensore dell’uomo ha già annunciato l’intenzione di presentare ricorso in appello contro la sentenza di primo grado. Nel frattempo, il 28enne rimane in libertà e non è soggetto a restrizioni in attesa dei prossimi gradi di giudizio. Tuttavia, gli è stato vietato di avere contatti con il figlio nato dalla relazione con la cugina.
Questo caso ha sollevato molte domande sull’affidamento dei minori e sulle dinamiche familiari che possono favorire situazioni di abuso. La vicenda ha anche evidenziato il ruolo cruciale delle istituzioni scolastiche nel rilevare situazioni problematiche che potrebbero passare inosservate all’interno delle famiglie.
La città di Riccione, teatro dei fatti, è stata scossa dalla gravità della vicenda e dalla lunga durata degli abusi prima che venissero scoperti. Il processo e la sentenza rappresentano un passo importante verso la giustizia per la giovane vittima e la sua famiglia, ma lasciano aperti interrogativi sulle misure preventive che potrebbero essere adottate per evitare simili episodi in futuro.
La condanna del Tribunale segna una conclusione parziale per questa tragica storia, ma il ricorso annunciato dall’avvocato difensore potrebbe riaprire il caso nei prossimi mesi. Nel frattempo, la famiglia della ragazza continua a gestire le conseguenze emotive e pratiche di quanto accaduto, cercando di garantire un futuro sereno al bambino nato da questa drammatica vicenda.
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