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Sabrina Salerno racconta la sua carriera, il rapporto con il successo e la fisicità, e riflette sulla condizione femminile nel mondo dello spettacolo



Sabrina Salerno, icona della musica pop e dance degli anni Ottanta e Novanta, ha recentemente condiviso dettagli della sua vita e carriera in un’intervista al Corriere della Sera. La cantante, che è ancora oggi un simbolo di quel periodo, ha parlato del modo in cui ha affrontato il successo arrivato in giovane età, del rapporto con la sua immagine fisica e del ruolo delle donne nel mondo dello spettacolo.



La carriera di Sabrina Salerno è iniziata quasi per caso, ma è stata costruita con determinazione e scelte ponderate. “Le carriere si costruiscono con i no”, ha dichiarato, sottolineando come il successo sia stato per lei un’arma che ha dovuto imparare a gestire. Nonostante gli anni trascorsi, la cantante continua a essere considerata un’icona, grazie alla sua capacità di reinventarsi e di utilizzare le sue risorse in modo strategico.

Parlando del suo rapporto con la fisicità, Sabrina Salerno ha ammesso di aver lavorato a lungo sulla percezione di sé. Da giovane, ha dovuto affrontare il giudizio degli altri e imparare a utilizzare la sua immagine per costruire una carriera solida. “A 12/14 anni lo sguardo degli uomini mi incuriosiva. Quando ho capito che veniva dall’attrazione sessuale, all’inizio ho fatto fatica ad accettarlo. Poi ho ribaltato tutto, facendone un mio punto di forza. Ho venduto la mia fisicità, è stato marketing”, ha spiegato. La cantante ha dichiarato di aver commercializzato una certa immagine per adattarsi al mondo della musica dance, pur rimanendo fedele alla sua essenza: “In realtà sono profonda, con un forte senso della famiglia e dell’amicizia. Empatica. La mia più grande dote è saper guardare la gente negli occhi e capire se sta male”.

Nonostante il successo, Sabrina Salerno ha sempre cercato di mantenere un equilibrio nella sua vita, evitando i rischi legati alla fama. “Ho cercato di salvarmi da certe persone. Niente droga, niente alcol. Sarebbe stato facile perdersi. Ho avuto i miei problemi. Per me è arrivato in maniera casuale, non avevo il fuoco sacro. Non sono De Gregori. Magari avrei fatto altro, chissà, il medico. Forse sarei stata persino più felice”, ha confessato.

La cantante ha anche ricordato il suo debutto con Claudio Cecchetto, figura chiave nella sua carriera. “Gli sono grata, insieme abbiamo vissuto un periodo importante, per me e per lui. Il bene è rimasto”, ha detto riferendosi al produttore che l’ha portata al successo. Tra i suoi brani più celebri c’è Siamo Donne, cantata con Jo Squillo, che contiene il famoso verso “Oltre le gambe c’è di più”. Questo slogan è diventato un simbolo della lotta per l’emancipazione femminile. “Dietro c’è un intero universo. Noi abbiamo una marcia in più, forse saranno gli ormoni. Però per emergere facciamo il triplo della fatica, la parità ancora non c’è”, ha osservato.

Nel corso dell’intervista, Sabrina Salerno ha anche parlato della difficoltà delle donne nel mondo dello spettacolo e della società in generale. Ha sottolineato come sia necessario lavorare molto di più rispetto agli uomini per ottenere riconoscimenti e opportunità: “Noi donne per emergere facciamo il triplo della fatica”.

Un altro tema toccato dalla cantante è stato il rapporto con la bellezza e l’autostima. Ricordando la sua partecipazione a Miss Italia, ha raccontato: “A Miss Italia nessuna si riteneva bella, tanto meno io. Mi chiamò mia madre. ‘Come va?’. E lì ho sclerato. ‘Malissimo. Mi hai fatto brutta’”. Questa esperienza le ha fatto comprendere quanto sia difficile accettarsi e piacersi, soprattutto quando si è sotto i riflettori.

Infine, Sabrina Salerno ha riflettuto sulla sua evoluzione personale e professionale, riconoscendo che il successo non sempre corrisponde alla felicità. Tuttavia, grazie alla sua forza interiore e alla capacità di adattarsi alle sfide, è riuscita a costruire una carriera longeva e significativa.

L’intervista offre uno sguardo autentico su una donna che ha saputo trasformare le difficoltà in opportunità, diventando un simbolo non solo di una generazione musicale ma anche di resilienza e determinazione nel mondo dello spettacolo.



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