L’incidente è avvenuto in pochi secondi mentre i genitori rientravano con la spesa. La famiglia racconta di un cane, un Pitbull adottato, che non aveva mai mostrato segni di aggressività.
Un momento di distrazione di pochi secondi è bastato per trasformare un sabato qualunque in una tragedia irreparabile per una famiglia sull’isola di Zante, in Grecia. Un bambino di 2 anni ha perso la vita dopo essere stato aggredito dal cane di famiglia, un Pitbull che i genitori avevano adottato e tenevano nel giardino della loro abitazione.
La dinamica dell’incidente, ricostruita dai genitori attraverso un’intervista al Daily Mail, è tanto rapida quanto agghiacciante. La coppia, appena rientrata dalla spesa, stava sistemando gli acquisti in casa. In quello che è stato definito un lasso di tempo “inferiore ai 30 secondi“, il piccolo si è allontanato per raggiungere il cane, che era legato con una catena.
“Il bambino voleva solo accarezzarlo, come faceva sempre”, ha raccontato la madre, descrivendo il figlio come un bambino sempre sorridente, amante degli animali. La famiglia, infatti, gestisce un piccolo rifugio per animali di fronte a casa e il piccolo era abituato a interagire con cani, gatti e cavalli. “Era una felicità stare con lui”, ha aggiunto.
Secondo la ricostruzione, qualcosa in quell’attimo preciso avrebbe scatenato l’animale. Il padre aveva legato il cane con una catena di circa dieci metri in un’area del giardino che costeggia il bosco. Proprio in quel momento, nelle vicinanze, erano attivi dei cacciatori. La madre ritiene che i rumori degli spari, le urla e l’uso di fischietti possano aver spaventato o alterato il cane, innescando una reazione imprevedibile e fatale. “Credo davvero che sia stato questo a spingerlo ad attaccare”, ha dichiarato.
L’aggressione è stata fulminea. Il cane si è avventato sul bambino, mordendolo al volto. Nonostante le condizioni dell’animale – ben nutrito, curato e fino a quel giorno considerato un compagno di giochi innocuo per il piccolo – non ci sono stati scampi. “Non abbiamo mai avuto problemi con lui. Si lasciava accarezzare e solleticare la pancia da nostro figlio… Se avessi saputo che c’era qualche pericolo non avrei mai lasciato che giocasse con lui”, ha concluso la madre, travolta dal dolore e dall’incredulità.
Questa tragedia riaccende il dibattito, sempre molto acceso, sulla responsabilità della proprietà di cani di grossa taglia e potenzialmente potenti, e sui fattori ambientali esterni che possono influire sul loro comportamento, anche in assenza di una storia di aggressività pregressa. Sottolinea, in modo tragico, come la supervisione di un adulto sia fondamentale in ogni interazione tra bambini molto piccoli e animali, anche quelli ritenuti più fidati.



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