Il virologo milanese Fabrizio Pregliasco è nuovamente bersaglio di minacce e offese sui social, dopo la diffusione di una frase da lui smentita come falsa.
Fabrizio Pregliasco, docente all’Università Statale di Milano e figura nota della comunicazione scientifica durante la pandemia, è tornato al centro dell’attenzione mediatica per le reazioni seguite alla diffusione online di una sua presunta dichiarazione, che ha smentito con fermezza. Secondo quanto riportato in diversi video circolati sui social, al virologo sarebbe stata attribuita l’affermazione secondo cui i non vaccinati dovrebbero essere “fucilati sul posto”, frase che ha immediatamente scatenato indignazione e insulti da parte di utenti contrari alle vaccinazioni.
L’origine della polemica è un estratto di una vecchia intervista rilasciata a una trasmissione di La7, rilanciato in rete anche da personaggi noti del mondo no-vax, con un montaggio che associava le parole di Pregliasco alla Prima Guerra Mondiale e a pratiche militari estreme. Nel video, una scritta riassuntiva evidenziava: “chi non si vaccina come i soldati imboscati ‘fucilati sul posto’”, lasciando intendere che fosse un pensiero attuale del virologo.
A chiarire la situazione è lo stesso Pregliasco, che ha precisato: “In queste ore sui social mi arrivano insulti incredibili e minacce perché sta girando una frase estrapolata da una delle mie tante interviste e mi viene attribuito, cosa non vera, che io avrei detto che fucilerei i non vaccinati”. Il virologo ha spiegato di aver semplicemente fatto riferimento a un episodio storico: “Hanno estratto una frase spezzata in cui raccontavo che i militari che durante la Prima Guerra Mondiale si rifiutavano di andare all’attacco venivano fucilati sul posto. Però non era certo una minaccia”.
Nonostante la smentita, l’ondata di odio non sembra arrestarsi. “Tutto questo incattivisce, perché le persone, evidentemente tratte in inganno da questo spot, mi dicono delle cose terribili: che lo faranno a me, che sono un criminale. Ancora non li ho denunciati, lo avevo fatto in passato, ma temo che mi toccherà farlo di nuovo”, ha dichiarato Pregliasco, sottolineando la gravità della situazione.
Il caso si inserisce in un clima di crescente tensione nei confronti di scienziati e medici impegnati nella gestione della pandemia, già oggetto in passato di minacce, insulti e vere e proprie intimidazioni. Pregliasco ha più volte raccontato di essere stato riconosciuto in luoghi pubblici e aggredito verbalmente, anche in contesti quotidiani come mezzi pubblici o aeroporti. In alcuni casi, ha preferito evitare spostamenti in metropolitana per motivi di sicurezza, scegliendo di viaggiare in auto.
Non è la prima volta che il nome del virologo compare in relazione a minacce ricevute. In passato, aveva già sporto denuncia dopo aver ricevuto lettere anonime contenenti frasi offensive e, in un’occasione, persino un proiettile. Episodi che hanno acuito il senso di insicurezza del medico e che oggi sembrano riaffiorare con nuove modalità.
L’attenzione mediatica su questo tipo di contenuti, veicolati in maniera sensazionalistica, contribuisce ad alimentare una polarizzazione già esasperata nel dibattito pubblico. Lo stesso Pregliasco, durante la sua ultima apparizione televisiva su La7, ha voluto ribadire che è necessario abbassare i toni e ripristinare un confronto basato sui fatti: “C’è un odio crescente sui social”, ha detto, aggiungendo che serve maggiore responsabilità nella diffusione di contenuti, soprattutto quando si tratta di salute pubblica.



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