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“Stanno distruggendo la sinistra”: dopo la sconfitta, nel PD si discute di un nuovo affiancamento per la Schlein



Il governatore uscente Roberto Occhiuto, esponente del centrodestra, è stato rieletto presidente della Regione Calabria con un ampio consenso, ottenendo il 64% delle preferenze. La sua vittoria è stata netta rispetto al candidato del centrosinistra, Pasquale Tridico, che si è fermato al 35%, confermando le previsioni della vigilia.



L’esito delle elezioni ha suscitato soddisfazione tra i leader del centrodestra. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, ha espresso il suo entusiasmo per il risultato attraverso i social media, affermando: “Anche in Calabria gli elettori hanno riposto la loro fiducia nella coalizione di centrodestra, confermando Roberto Occhiuto presidente della Regione. Un risultato importante a riconoscimento dell’azione di buongoverno che continueremo a portare avanti per il benessere del territorio e dei cittadini. Le mie congratulazioni a Roberto, al quale auguro buon lavoro”.

Dopo la vittoria, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, ha congratulato Occhiuto e ha sottolineato l’importanza di questo risultato, evidenziando che il governatore è il primo a essere rieletto dopo vent’anni di alternanza politica in Calabria. Bignami ha anche criticato i leader del centrosinistra, in particolare Elly Schlein e Giuseppe Conte, accusandoli di “distruggere la sinistra italiana” con una “deriva ideologica ed estremista” che non trova sostegno tra gli elettori.

In casa Partito Democratico, si registrano tensioni e incertezze. Luigi Zanda, uno dei fondatori del partito, ha riconosciuto in un’intervista al Corriere della Sera il merito di Pier Luigi Bersani nell’ammettere che “al campo largo manca un progetto per l’alternativa”. Zanda ha osservato che il partito sembra puntare più sulla distrazione dell’elettorato che su una strategia concreta per attrarre voti, come dimostrato dal recente successo del centrodestra nelle Marche.

L’ex senatore ha espresso preoccupazione per la perdita di consensi, affermando: “Non ho paura delle scissioni di gruppi di parlamentari, ma delle scissioni dell’elettorato, che sono molto più pericolose”. Ha inoltre sottolineato che i voti che si spostano dalla sinistra alla destra raramente tornano indietro, citando un’analogia storica con le dinamiche politiche della Democrazia Cristiana.

Zanda ha messo in evidenza la difficoltà del PD nel mantenere una linea politica coerente, soprattutto quando si cerca di accordarsi con alleati dalle posizioni divergenti. “Dobbiamo sapere che Conte non avrà pace fino a quando non verrà incoronato come capo assoluto del campo largo e che quindi non è un compagno di strada molto affidabile”, ha dichiarato.

La strategia del PD di cercare di mantenere buoni rapporti con Conte, sempre più orientato a sinistra, ha portato a decisioni politiche controverse. Recentemente, il partito ha scelto di astenersi dalla votazione su una mozione riguardante le prospettive di pace in Medio Oriente, un atteggiamento che Zanda ha criticato come eccessivo.

Il clima di incertezza all’interno del PD è aggravato da una crescente frustrazione tra i membri del partito. Bersani, pur riconoscendo le sfide, ha continuato a ripetere le sue critiche verso la destra, descrivendola come una “mucca” che ha preso piede nel partito senza che nessuno se ne accorgesse. Tuttavia, la sua visione sembra non tenere conto della necessità di un rinnovamento strategico.



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