Il 33enne Bogdan Ionut Pasca ha visto ridotta la sua pena in appello dopo essere stato condannato per l’omicidio stradale di un giovane di 15 anni avvenuto il 17 luglio 2023 a Garbagnate Milanese. In primo grado, Pasca era stato condannato a 7 anni e 4 mesi di reclusione, ma la corte d’appello ha deciso di abbattere la pena di un anno e 4 mesi, portandola a un totale di 6 anni. La madre della vittima, Emilia Nastasi, ha commentato con dolore: “Chiedo scusa a Valentino, perché in Italia non c’è giustizia. È come se fosse stato ucciso un’altra volta”.
Durante il processo, erano stati respinti due tentativi di patteggiamento da parte dell’imputato, che proponeva pene di 4 anni e 4 anni e 8 mesi. La condanna originale era stata emessa il 20 giugno dello scorso anno dalla giudice per l’udienza preliminare di Milano, Rossana Mongiardo. La recente decisione della corte ha comportato anche la revoca dell’espulsione a pena espiata, che era stata stabilita in primo grado.
La sera dell’incidente, Pasca si trovava alla guida di un furgone bianco con un tasso alcolemico di 0,98 g/l e senza una patente valida. Stava viaggiando a una velocità superiore al limite di 50 km/h quando ha travolto il 15enne e la sua amica, che stavano attraversando sulle strisce pedonali in viale Kennedy mentre tornavano dalla gelateria. In quel periodo, l’uomo era in affidamento ai servizi sociali e aveva già precedenti per guida in stato di ebrezza, avendo subito tre fermi per lo stesso motivo. Inoltre, era stato denunciato dal suo datore di lavoro per essersi appropriato del veicolo della ditta, lo stesso che stava guidando quella sera.
Pasca aveva dichiarato al giudice per le indagini preliminari: “Correvo, non li ho visti. Sono distrutto”. Tuttavia, la famiglia della vittima ha riferito che non ha mai ricevuto scuse da parte sua. L’incidente ha suscitato una forte reazione emotiva nella comunità e ha sollevato interrogativi sulla giustizia in casi di omicidio stradale, in particolare quando sono coinvolti giovani.
La riduzione della pena ha suscitato preoccupazioni tra i familiari della vittima e i sostenitori della giustizia. Emilia Nastasi, la madre del ragazzo deceduto, ha espresso il suo dolore e la sua frustrazione per la decisione del tribunale, evidenziando la percezione di ingiustizia che circonda il caso. La sua testimonianza mette in luce il profondo impatto che la perdita di un figlio ha sulla vita di una madre, e il desiderio di giustizia che spesso sembra sfuggente.
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