La direttrice dell’Intelligence nazionale dell’amministrazione Trump, Tulsi Gabbard, ha introdotto una serie di provvedimenti che stanno suscitando grande attenzione negli Stati Uniti e tra gli alleati occidentali. Due le decisioni principali: la limitazione alla diffusione di informazioni sui negoziati di pace tra Russia e Ucraina e una riduzione senza precedenti del personale dell’Office of the Director of National Intelligence (ODNI).
Secondo quanto riportato da Cbs News, Gabbard ha firmato una direttiva che impone lo stop alla condivisione di intelligence riguardante i colloqui di pace con i membri dell’alleanza Five Eyes, formata da Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda. Le fonti interne alla comunità d’intelligence statunitense hanno chiarito che la nuova disposizione limita la diffusione delle informazioni esclusivamente a quelle già di dominio pubblico, mantenendo riservate le altre all’interno delle agenzie che le hanno raccolte.
La direttiva, precisano le stesse fonti, non blocca la circolazione di dati ottenuti attraverso i canali diplomatici né influisce sulla condivisione di informazioni relative alla pianificazione militare statunitense, compresi gli aiuti destinati a Kiev. L’obiettivo sembra essere quello di ridurre l’accesso degli alleati alle informazioni più sensibili, preservandone la gestione diretta da parte di Washington.
Parallelamente a questo provvedimento, Tulsi Gabbard ha annunciato una trasformazione profonda dell’ODNI. In un comunicato ufficiale, la direttrice ha parlato dell’avvio di una nuova fase, definita “ODNI 2.0”, che prevede un ridimensionamento significativo della struttura. “L’inizio di una nuova era”, ha dichiarato, sottolineando come il progetto punti a concentrare l’agenzia sulla sua missione primaria di sicurezza nazionale, assicurando “fedeltà alla Costituzione e protezione del popolo americano”.
Il piano presentato prevede il taglio di quasi la metà dei circa 1.850 dipendenti entro ottobre, con licenziamenti e trasferimenti che interesseranno ampi settori dell’organizzazione. Verranno chiusi interi dipartimenti considerati ridondanti o poco funzionali. Tra questi, il Foreign Malign Influence Center, che si occupava di monitorare le interferenze straniere nella politica interna americana, il National Counterproliferation and Biosecurity Center, responsabile del contrasto alla proliferazione di armi biologiche e di distruzione di massa, e il Cyber Threat Intelligence Integration Center, incaricato di seguire le minacce informatiche.
Le competenze di queste strutture saranno assorbite dalla Direzione per l’integrazione delle missioni e dal National Intelligence Council, che continueranno a coordinare l’attività analitica complessiva. Anche i team dei National Intelligence Manager verranno accorpati al National Intelligence Council, nell’ottica di snellire i processi interni.
Un altro provvedimento rilevante riguarda la National Intelligence University, istituzione responsabile della formazione e dell’aggiornamento del personale. Essa passerà sotto il controllo della National Defense University, che fa capo al Dipartimento della Difesa, con la finalità dichiarata di ridurre duplicazioni e ottimizzare le risorse.
Tra le chiusure annunciate figura inoltre l’External Research Council, organo che produceva analisi indipendenti ma che, secondo una scheda dell’agenzia, era composto da “partigiani nominati politicamente che portavano i propri pregiudizi nel processo analitico”. Stessa sorte toccherà allo Strategic Futures Group, incaricato di redigere analisi di lungo periodo e il rapporto quadriennale Global Trends.
Il ridimensionamento colpisce anche i programmi che facevano ampio ricorso a consulenti esterni e i sistemi tecnologici considerati poco efficienti o troppo onerosi. Secondo la visione di Tulsi Gabbard, l’ODNI dovrà tornare a essere un’agenzia focalizzata sulle priorità della sicurezza nazionale, riducendo i costi e limitando le funzioni considerate marginali o politicizzate.
Queste mosse segnano un cambiamento drastico rispetto agli indirizzi precedenti. Da una parte, la chiusura verso gli alleati del circuito Five Eyes nella gestione delle informazioni più delicate; dall’altra, la riorganizzazione interna che comporta la soppressione di intere strutture operative e una contrazione consistente del personale.
In entrambi i casi, si tratta di scelte destinate ad avere ripercussioni non solo sul funzionamento dell’intelligence statunitense, ma anche sulle relazioni con i partner internazionali, chiamati ora a confrontarsi con un approccio più centralizzato e selettivo da parte di Washington.



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