Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori statunitensi ha evidenziato che l’uso della metformina, un farmaco ampiamente utilizzato per il trattamento del diabete di tipo 2, è correlato a un aumento significativo della durata della vita nelle donne. I risultati, pur non stabilendo un rapporto causa-effetto diretto, suggeriscono che questo principio attivo potrebbe avere proprietà che contrastano l’invecchiamento.
L’indagine è stata condotta da un team guidato dal dottor Aladdin H. Shadyab, della Herbert Wertheim School of Public Health and Human Longevity Science presso l’Università della California di San Diego, in collaborazione con altri istituti di ricerca come la Wake Forest University, il Brigham and Women’s Hospital, il Mel and Enid Zuckerman College of Public Health dell’Università dell’Arizona e l’Università del Tennessee. Lo studio ha analizzato i dati di oltre 430 donne che partecipavano al progetto Women’s Health Initiative, un’importante ricerca sulla salute femminile.
Le partecipanti, tutte con una diagnosi di diabete di tipo 2, avevano meno di 60 anni all’inizio dello studio e non avevano mai assunto farmaci ipoglicemizzanti o insulina prima del periodo basale. Sono state divise in due gruppi: uno trattato con metformina e l’altro con sulfonilurea, un altro farmaco comunemente utilizzato per il diabete. I ricercatori hanno abbinato le partecipanti per caratteristiche sociodemografiche, comorbilità, indice di massa corporea (BMI) e altri fattori che avrebbero potuto influenzare i risultati.
Il periodo totale di osservazione è stato superiore ai 40 anni, con una durata media di follow-up di circa 14-15 anni. L’analisi dei dati ha rivelato che il tasso di mortalità prima dei 90 anni era significativamente più basso nel gruppo trattato con metformina rispetto a quello trattato con sulfonilurea. In particolare, il tasso di incidenza di decesso era pari a “3,7 (IC al 95% 3,1-4,4)” per le donne che assumevano metformina, contro “5,0 (IC al 95% 4,2-5,8)” per quelle in terapia con sulfonilurea. Questo si traduce in una riduzione del rischio di mortalità del 30% per le donne che utilizzavano la metformina.
Secondo gli autori dello studio, questi risultati supportano le ipotesi già avanzate da precedenti ricerche sulle potenziali proprietà geroterapiche della metformina. Il farmaco potrebbe agire sui meccanismi biologici dell’invecchiamento, come la protezione dai danni al DNA e la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, che rappresentano una delle principali cause di morte nei Paesi industrializzati. “Pertanto è stata ipotizzata come un farmaco in grado di prolungare la longevità umana”, hanno spiegato il dottor Shadyab e i suoi colleghi.
È importante sottolineare che lo studio si limita a identificare un’associazione statistica tra l’uso della metformina e l’aumento della longevità. Non è possibile affermare con certezza che il farmaco sia la causa diretta di questa maggiore aspettativa di vita. Tuttavia, i risultati sono considerati robusti e rappresentano un ulteriore passo avanti nella comprensione del potenziale ruolo della metformina nella promozione della salute e nella lotta all’invecchiamento.
La metformina è già nota per i suoi effetti benefici nel controllo dei livelli di glucosio nel sangue nei pazienti diabetici. Negli ultimi anni, tuttavia, ha attirato l’attenzione della comunità scientifica per i suoi possibili effetti anti-invecchiamento. Studi precedenti hanno suggerito che il farmaco potrebbe influire positivamente su diversi percorsi biologici legati all’invecchiamento cellulare e alle malattie croniche associate all’età.
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