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Un Pitbull bagnino di nome Dylan ha salvato un bambino di 7 anni nel Golfo Aranci, dimostrando che il coraggio e la dedizione superano ogni pregiudizio



Un episodio straordinario ha avuto luogo il 14 agosto nelle acque cristalline di Cala Sabina, una delle spiagge più rinomate del Golfo Aranci, nel nord della Sardegna. Un bambino di 7 anni, durante un momento di svago tra gli scogli, si è trovato in grave pericolo a causa di un amo da pesca che gli si era infilzato nella pelle. Il dolore e lo shock lo hanno paralizzato, impedendogli di reagire e mettendolo a rischio di annegamento. Un intervento tempestivo ha però evitato il peggio, grazie alla squadra della Scuola Italiana Cani Salvataggio (Sics) e al coraggio di Dylan, un Pitbull bagnino di 4 anni.



Il cane, accompagnato dal suo conduttore Ruggero Bianchi e dal bagnino Andrea Peddio, ha giocato un ruolo chiave nel salvataggio. La presenza di Dylan si è rivelata determinante: il cane ha raggiunto agilmente il punto in cui si trovava il bambino, nascosto tra gli scogli, favorendo l’intervento dei soccorritori umani. La vista del cane ha calmato il piccolo, che si è lasciato prendere senza resistenze, permettendo alla squadra di portarlo in sicurezza a riva. Una volta stabilizzato, il bambino è stato trasportato al pronto soccorso in ambulanza, dove i medici hanno provveduto a rimuovere l’amo e a verificare il suo stato di salute. Fortunatamente, ora sta bene.

L’episodio non solo ha messo in luce l’efficacia delle unità cinofile nel salvataggio in mare, ma ha anche contribuito a sfatare i pregiudizi che spesso accompagnano razze come i Pitbull. Questi cani vengono talvolta considerati imprevedibili e pericolosi, tanto che sono stati inclusi nelle proposte di legge per la ricostituzione delle liste delle razze ritenute a rischio. Tuttavia, il caso di Dylan dimostra come l’addestramento e l’impiego mirato possano trasformare qualsiasi cane in un prezioso alleato per la sicurezza pubblica.

Le unità cinofile della Sics sono composte da binomi uomo-cane che operano come volontari nell’ambito della Protezione Civile. Questi team seguono rigorosi protocolli d’intervento e si specializzano nel soccorso in acqua, fornendo un supporto fondamentale alle operazioni di salvataggio. Ogni anno, circa 400 unità della Scuola pattugliano le spiagge italiane, intervenendo in situazioni critiche senza discriminazioni di razza. Infatti, sia cani di razza che meticci possono far parte delle squadre, così come i Pitbull, spesso vittime di stereotipi negativi.

Il salvataggio del 14 agosto è un esempio concreto dell’importanza di queste unità speciali e del valore del lavoro congiunto tra uomo e animale. La prontezza di Ruggero Bianchi, la competenza di Andrea Peddio, e la determinazione di Dylan hanno permesso di evitare una tragedia che avrebbe potuto avere conseguenze molto gravi.

La conformazione degli ami da pesca rende quasi impossibile rimuoverli autonomamente senza provocare ulteriori danni, una difficoltà che ha amplificato il senso di panico del bambino. In situazioni simili, ogni secondo è cruciale, e l’intervento tempestivo della squadra ha fatto la differenza. “Un’operazione che avrebbe potuto avere un esito del tutto diverso se il cane Dylan non avesse fatto parte della squadra”, sottolineano i soccorritori.

Il lavoro della Sics non si limita al salvataggio diretto; le unità cinofile svolgono anche un’importante funzione preventiva, sensibilizzando i bagnanti sull’importanza della sicurezza in mare e mostrando come la collaborazione tra uomo e animale possa portare risultati straordinari.



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