Un episodio drammatico avvenuto durante la notte di Capodanno tra il 2023 e il 2024 ha portato alla condanna di un ragazzo di Roma, 23 anni, accusato di aver abusato della cugina a Ravenna. Il giovane, che ha ammesso le sue responsabilità, ha patteggiato una pena di un anno e dieci mesi, sospesa, e ha risarcito la vittima con 10mila euro. La vicenda è emersa solo settimane dopo grazie al coraggio della ragazza e al sostegno di alcune persone a lei vicine.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i due cugini, pur essendo parenti di primo grado, non avevano un rapporto particolarmente stretto. Lui vive a Roma, mentre lei risiede a Ravenna. Pochi giorni prima della fine dell’anno, il ragazzo ha contattato la cugina tramite social proponendole di trascorrere insieme la serata di Capodanno. Nella conversazione, avrebbe scritto: “A Capodanno ci sfasciamo”, chiedendo che fossero presenti anche alcune amiche della giovane.
Il 23enne è arrivato a Ravenna il 29 dicembre e ha cenato con la cugina e le sue amiche. Successivamente, il gruppo ha deciso di uscire per festeggiare nei locali del centro città, in particolare nella zona di piazza Kennedy. Durante la serata, caratterizzata da musica e alcol, la ragazza ha dichiarato di aver bevuto poco, mentre il giovane avrebbe consumato quantità significative di alcolici. Intorno alle due di notte, il ragazzo avrebbe insistito affinché lei continuasse a bere, ma la giovane ha rifiutato. Sentendosi stanca e confusa, ha salutato gli amici ed è tornata a casa da sola.
La mattina seguente, la ragazza si è svegliata nel suo letto in condizioni sconvolgenti: era seminuda e accanto a lei si trovava il cugino. Non ricordava nulla di ciò che era accaduto durante la notte e ha iniziato a provare un forte disagio accompagnato da paura e dolore fisico. La giovane ha anche temuto di essere stata drogata, ma non si è recata al pronto soccorso. Nei giorni successivi, trovando il coraggio di parlare con un’amica, ha deciso insieme a lei di affrontare il cugino registrando la conversazione.
Inizialmente, il ragazzo avrebbe negato ogni accusa. Tuttavia, durante il confronto, ha ammesso quanto accaduto: “Sì, sono stato io. Ma pensavo di stare sognando. Credevo fossi un’altra”. Ha raccontato di essersi svegliato nudo e confuso, senza ricordare chiaramente gli eventi della notte. Dopo questa confessione, la giovane lo ha allontanato da casa e ha interrotto ogni contatto con lui.
Per diversi giorni, la ragazza è rimasta in silenzio, sopraffatta dal trauma vissuto. Alla fine, grazie al sostegno del fidanzato, delle amiche e dei familiari, ha trovato la forza di denunciare l’accaduto alla polizia. Le indagini sono state condotte dal pubblico ministero Stefano Stragiotti e hanno portato alla richiesta di patteggiamento da parte dell’imputato. Il giudice Andrea Galanti ha accolto la richiesta, stabilendo una condanna di un anno e dieci mesi con pena sospesa.



Add comment