Un curioso caso giudiziario sta attirando l’attenzione presso il Tribunale di Lecce, dove un cittadino di Gallipoli, 56 anni, ha deciso di fare causa a Google. L’uomo sostiene che la piattaforma Street View lo abbia immortalato in una situazione imbarazzante, mentre si trovava nel cortile della propria abitazione intento a fare la doccia. La vicenda ha portato il 56enne a richiedere un risarcimento iniziale di 80mila euro, cifra che è stata poi ridotta a 38mila euro nel corso del procedimento.
Secondo le dichiarazioni presentate dal suo legale, l’avvocato Vincenzo De Vittorio, le immagini pubblicate online avrebbero mostrato l’uomo in “abiti succinti” e facilmente riconoscibile, senza alcun tipo di sfocatura che potesse tutelare la sua privacy. Questo avrebbe causato un danno significativo alla sua immagine, portandolo a essere deriso e preso di mira da conoscenti e vicini. La causa è ora nelle mani del giudice della prima sezione civile del Tribunale di Lecce, Alessandra Cesi, con una nuova udienza fissata per il 2 ottobre.
Prima di procedere legalmente, il cittadino pugliese avrebbe tentato di risolvere la questione attraverso diffide inviate sia alla sede italiana sia a quella statunitense di Google. Inoltre, si sarebbe rivolto al Garante per la protezione dei dati personali per segnalare l’accaduto. Tuttavia, secondo quanto riportato negli atti depositati, le immagini non sarebbero state rimosse immediatamente e sarebbero rimaste visibili per un periodo prolungato. Anche gli interventi successivi di offuscamento sarebbero stati giudicati inefficaci: “La lieve sfocatura effettuata in tempi successivi non ha risolto il problema”, si legge nei documenti.
A supporto delle accuse, è stata presentata una perizia tecnica che sostiene che l’area ripresa dalle telecamere di Street View non fosse una strada pubblica ma una zona interna al complesso residenziale. Questo dettaglio potrebbe rappresentare un elemento chiave nella disputa legale, poiché rafforzerebbe l’idea che Google abbia violato la privacy del cittadino.
Dal canto suo, Google ha respinto tutte le accuse mosse dal 56enne. I legali della multinazionale – Marco Berliri, Massimiliano Masnada, Michele Traversa, Ambra Pacitti e Giacomo Bertelli – hanno messo in dubbio la validità delle prove presentate, sostenendo che al momento “nessuna delle immagini contestate sarebbe presente su Google”. Inoltre, la società ha precisato che Google Italy non avrebbe alcun ruolo operativo nella gestione delle immagini, occupandosi esclusivamente della vendita di spazi pubblicitari. Questa posizione è stata contestata dalla difesa del cittadino pugliese.
Gli avvocati della società di Mountain View hanno inoltre argomentato che l’uomo non si trovava nel cortile privato della propria abitazione ma “fuori dal cancello di casa sua e sulla pubblica strada mentre indossava un costume da bagno”. Secondo loro, il soggetto ripreso sarebbe stato talmente distante da rendere impossibile l’identificazione dei suoi lineamenti facciali, anche utilizzando lo zoom dell’immagine. Gli stessi legali hanno aggiunto: “Risulta poco credibile che in una località di mare come quella di Gallipoli, durante la stagione estiva, una persona possa essere derisa e schernita per essere uscita in strada indossando un costume da bagno”.



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