Nel giugno 2023, al largo della costa di Mossel Bay, in Sudafrica, si è verificato un evento straordinario che ha attirato l’attenzione della comunità scientifica internazionale. Un’orca maschio, conosciuta dagli studiosi con il nome di Starboard, è stata ripresa mentre uccideva un grande squalo bianco, agendo completamente da sola. Questo comportamento, raro e impressionante, è stato documentato da un gruppo di ricercatori che ha catturato l’intera sequenza in un video senza precedenti.
L’episodio rappresenta una svolta significativa nello studio delle interazioni tra orche e squali. Secondo quanto riportato dagli esperti, Starboard ha dimostrato una precisione incredibile nel colpire il suo bersaglio, concentrandosi esclusivamente sul fegato del predatore marino. In meno di due minuti, l’orca ha consumato questa parte dell’animale, ricca di nutrienti essenziali. La scena, condivisa recentemente dall’organizzazione White Shark Ocean, ha sollevato nuove domande sul comportamento predatorio delle orche e sulle loro strategie di caccia.
Negli ultimi anni, le orche sono diventate protagoniste di predazioni mirate verso gli squali bianchi lungo le coste sudafricane. Tuttavia, la maggior parte degli attacchi avviene grazie alla cooperazione tra più individui. L’azione solitaria di Starboard rappresenta un caso eccezionale e unico nel panorama mondiale. Questo comportamento è stato analizzato in uno studio pubblicato nel 2024 sull’African Journal of Marine Science, dove gli autori hanno sottolineato l’importanza del video per comprendere meglio le dinamiche predatorie delle orche.
Starboard non è l’unico esemplare noto per questo tipo di caccia specializzata. Insieme a un altro maschio chiamato Port, forma una coppia famosa tra i biologi marini per la loro strategia unica. Entrambi sono facilmente riconoscibili grazie alle pinne dorsali collassate, un tratto distintivo che li rende inconfondibili. La loro presenza nelle acque sudafricane è stata registrata per la prima volta nel 2009, ma è dal 2017 che hanno iniziato a guadagnare notorietà per il loro comportamento altamente specializzato: uccidere grandi squali per nutrirsi quasi esclusivamente del loro fegato.
Nel febbraio 2023, ad esempio, i due maschi sono stati associati all’uccisione di almeno 17 squali manzo nasolargo in un solo giorno. Questo dato sottolinea la capacità delle orche di influenzare profondamente le popolazioni di squali e, di conseguenza, l’intero ecosistema marino. Gli studi condotti negli ultimi anni hanno dimostrato che la sola presenza di Port e Starboard nelle acque sudafricane ha già causato cambiamenti significativi e forse irreversibili.
La scomparsa degli squali bianchi dalla regione è uno degli effetti più evidenti della predazione sistematica da parte delle due orche. Gli esperti hanno osservato come l’assenza di questi predatori abbia avuto un impatto a cascata sull’equilibrio ecologico dell’area. Gli squali bianchi svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento della salute degli ecosistemi marini e costieri, regolando le popolazioni di altre specie e contribuendo al bilanciamento degli habitat.
La strategia adottata da Port e Starboard continua a essere oggetto di studio approfondito. Gli scienziati stanno cercando di comprendere meglio le motivazioni dietro la loro predilezione per il fegato degli squali e le implicazioni a lungo termine per l’ecosistema marino. Secondo gli esperti, questo comportamento potrebbe essere legato alla ricchezza di nutrienti contenuti nel fegato, che rappresenta una fonte energetica altamente concentrata.
L’evento del giugno 2023 ha fornito agli studiosi una rara opportunità di osservare una predazione in solitaria da parte di un’orca maschio. La documentazione visiva raccolta non solo arricchisce la conoscenza scientifica sulle orche, ma solleva anche interrogativi sulle dinamiche predatorie e sull’impatto che queste possono avere sugli ecosistemi.
La coppia formata da Port e Starboard rimane un caso unico nel mondo marino. La loro presenza continua a influenzare in modo significativo le popolazioni di squali al largo del Sudafrica, rendendo evidente il potere che pochi individui possono avere sull’intero equilibrio ecologico. Gli studi futuri saranno fondamentali per monitorare gli effetti a lungo termine delle loro azioni e per valutare possibili interventi per preservare la biodiversità marina.



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