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Spiaggia di San Lorenzo, madre e figlio cacciati dalla battigia: “Trattati come intrusi”



Un episodio spiacevole ha coinvolto Salvatore, un uomo di 65 anni originario della Sicilia, e la sua famiglia durante una giornata trascorsa sulla spiaggia di San Lorenzo, situata a pochi chilometri da Marzamemi e Noto, lungo la costa meridionale dell’isola. L’uomo ha raccontato di essere stato testimone di un comportamento che ritiene ingiusto da parte del personale di un lido locale.



Secondo quanto riportato da Salvatore, la spiaggia libera era particolarmente affollata quel giorno, domenica 3 agosto. Nel pomeriggio, sua figlia e suo nipote avevano deciso di giocare con i tamburelli lungo la battigia situata di fronte a uno stabilimento balneare. Nonostante fossero distanti dagli ombrelloni del lido e senza invadere spazi riservati, il personale li avrebbe invitati ad andarsene. L’uomo ha riferito le parole utilizzate dagli addetti: “Non ci fate chiamare chi dobbiamo chiamare, ve ne dovete andare”.

Salvatore ha spiegato che la sua famiglia aveva cercato di evitare discussioni, decidendo di non tornare sul posto dopo l’accaduto. Ha inoltre sottolineato che, pur non avendo usufruito delle attrezzature del lido senza pagare, avevano comunque consumato caffè e gelati presso il bar dello stabilimento. Questo comportamento, secondo lui, avrebbe dovuto dimostrare la loro buona fede.

La questione solleva interrogativi sul diritto di accesso alla battigia, un tema regolato dalla legge n. 217/2011, articolo 11. Tale normativa stabilisce che la battigia è uno spazio pubblico e garantisce il diritto libero e gratuito di accesso e fruizione. Non può essere occupata da ombrelloni, sdraio o altri oggetti personali che ostacolino il passaggio. Tuttavia, il Comune ha la facoltà di emettere ordinanze specifiche per vietare attività come il gioco in spiaggia, qualora sussistano motivi legati alla sicurezza pubblica. Nel caso della spiaggia di Noto, non risulta essere in vigore alcuna ordinanza di questo tipo.

Un ulteriore aspetto controverso riguarda le condizioni imposte dal lido per l’utilizzo degli ombrelloni. Salvatore ha dichiarato che, quando ha chiesto informazioni per affittare un ombrellone per cinque persone, gli è stato comunicato che era necessario acquistare un pacchetto che includeva anche il pranzo presso lo stabilimento. Inoltre, gli sarebbe stato vietato portare cibo da casa all’interno del lido.

L’episodio si inserisce in un dibattito più ampio sulla gestione delle spiagge italiane e sui diritti dei cittadini in relazione agli spazi pubblici. La battigia rappresenta un’area che dovrebbe essere accessibile a tutti, indipendentemente dalla presenza di stabilimenti balneari nelle vicinanze. Tuttavia, non è raro che emergano conflitti tra i gestori dei lidi e i bagnanti, soprattutto nei periodi di maggiore affluenza turistica.

Fanpage.it ha cercato di contattare il lido coinvolto per ottenere una replica in merito all’accaduto, ma al momento non è stato possibile parlare con un responsabile. La mancanza di una risposta ufficiale lascia aperti interrogativi sulle motivazioni che hanno portato alla richiesta di allontanamento della famiglia dalla battigia.

Un episodio simile si sarebbe verificato anche in un altro lido della Sicilia nei giorni precedenti. In quel caso, una famiglia sarebbe stata obbligata a gettare via il pranzo portato da casa per rispettare le regole dello stabilimento. Questi episodi sollevano dubbi sul rispetto delle normative vigenti e sulla gestione degli spazi pubblici da parte dei lidi privati.

La vicenda raccontata da Salvatore evidenzia la necessità di maggiore chiarezza e trasparenza nella gestione delle spiagge italiane. I cittadini devono poter godere del diritto garantito dalla legge di accedere liberamente alla battigia, senza subire restrizioni arbitrarie o trattamenti ingiusti. Al tempo stesso, è fondamentale che i gestori degli stabilimenti balneari operino nel rispetto delle normative e dei diritti dei bagnanti.



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