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Nel giorno dei funerali di Pippo Baudo, svoltisi a Militello in Val di Catania, si registra una scarsa partecipazione di volti noti dello spettacolo e dei dirigenti Rai.



I funerali di Pippo Baudo, figura storica della televisione italiana, si sono tenuti nella sua città natale, Militello in Val di Catania, il 16 agosto, giorno in cui è stato dato l’ultimo saluto a uno dei principali protagonisti dello spettacolo italiano. Nonostante l’importanza del personaggio, la cerimonia ha visto una partecipazione limitata di personalità del mondo dello spettacolo e l’assenza dei vertici della Rai, l’emittente che per decenni ha rappresentato la casa professionale di Baudo.



La cerimonia si è svolta in un clima solenne, con la presenza di alcune autorità istituzionali, tra cui il presidente del Senato Ignazio La Russa e il governatore della Regione Sicilia Renato Schifani. Tuttavia, la mancanza di volti celebri ha fatto emergere un vuoto significativo. Tra i pochi presenti del mondo dello spettacolo si sono distinti Lorella Cuccarini, Gigi D’Alessio, Al Bano, Michele Guardì e Alberto Matano, ma il loro numero era talmente esiguo da essere facilmente conteggiato.

Questo contrasto appare ancora più evidente se si considera il ruolo centrale che Pippo Baudo ha avuto nella storia della Rai. Per molti, Baudo non era solo un conduttore televisivo, ma un simbolo stesso dell’emittente pubblica. Lo ha sottolineato anche Gigi D’Alessio, che durante la cerimonia ha dichiarato: “Pippo per me era la R della Rai”. Una frase semplice ma densa di significato, che evidenzia quanto sarebbe stata opportuna la presenza dei dirigenti dell’azienda per rendere omaggio a una figura così rappresentativa.

Le ragioni dell’assenza dei vertici Rai e di molti altri personaggi del mondo dello spettacolo sono state attribuite alla posizione geografica di Militello in Val di Catania, una località piuttosto distante dai principali centri urbani e non facilmente raggiungibile. Inoltre, le dimensioni ridotte del paese hanno reso complesso l’accoglimento di un gran numero di persone. Tuttavia, queste motivazioni appaiono poco convincenti se messe a confronto con l’importanza della figura di Baudo e il significato simbolico della cerimonia funebre.

Nei giorni precedenti, molti si erano recati alla camera ardente allestita a Roma per dare un ultimo saluto al conduttore. Ma il funerale rappresenta un momento diverso, un rito sociale che va oltre il semplice atto di dolore personale. È un’occasione per dimostrare rispetto e riconoscenza verso chi ha lasciato un segno indelebile nella propria professione e nella società. L’assenza di molti volti noti e dei dirigenti Rai ha quindi sollevato interrogativi e riflessioni su come viene vissuto il lutto in ambito pubblico.

Un dettaglio significativo è stato ricordato durante la cerimonia: anni fa, in occasione dei funerali di Mike Bongiorno, Pippo Baudo aveva portato personalmente in spalla la bara del collega e amico. Questo gesto simbolico è stato evocato da molti presenti, che si sono chiesti chi abbia svolto lo stesso ruolo per lui. Il ricordo di quel momento riporta alla mente il forte legame tra i due protagonisti della televisione italiana, entrambi pilastri della cultura popolare del Paese.

Nonostante le assenze, la cerimonia ha mantenuto un tono rispettoso e commovente, con la partecipazione delle autorità locali e dei cittadini di Militello in Val di Catania, che hanno voluto rendere omaggio al loro concittadino più illustre. La piccola comunità siciliana ha accolto con affetto il lungo corteo funebre, dimostrando quanto Pippo Baudo fosse amato e rispettato non solo come personaggio pubblico ma anche come uomo.

La morte di Pippo Baudo segna la fine di un’era per la televisione italiana. Con una carriera che ha attraversato decenni, ha saputo innovare e influenzare profondamente il panorama televisivo nazionale. La sua figura rimarrà impressa nella memoria collettiva come simbolo di professionalità e passione per il mondo dello spettacolo.



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