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Chi era Chiara Arduino, la giovane sciatrice scomparsa a 25 anni per un malore improvviso



Chiara Arduino, 25 anni, una di quelle persone che sembrano fatte per stare in montagna, tra la neve e le sfide verticali. Originaria di Garessio, provincia di Cuneo, aveva fatto dello sci e dell’insegnamento la sua ragione di vita.



Era un’istruttrice, una di quelle che i ragazzi ascoltano davvero, non solo per imparare a scendere a tutta birra ma anche per crescere, per capire cosa vuol dire stare in una squadra, rispettare gli altri, puntare sui valori più che sui risultati a tutti i costi.

La tragedia: se n’è andata così, all’improvviso, in una casa a Valtournenche dove stava per l’estate. Un malore, niente di prevedibile. L’ultimo messaggio ai colleghi: “Oggi faccio un po’ tardi”. Poi il silenzio, l’ansia di chi non la vede arrivare agli allenamenti, la ricerca e purtroppo la scoperta che nessuno vorrebbe mai fare.

Chiara era una di quelle che non si arrende mai. Ha avuto anche lei i suoi momenti no, periodi di malattia mica facili, eppure non si è fatta mettere sotto. Dopo il diploma al liceo a Mondovì, si era buttata in una laurea in Servizi Sociali a Torino – roba che dice tutto su quanto le importasse degli altri. E tra una salita e una discesa, tra gare, club (Garessio, Sangiacomo, Mondolé Ski team, poi maestra al Ceva), e arrampicate in montagna (basta guardare le foto sui social), lei ci stava dentro, sempre con quel sorriso da chi la vita vuole mangiarsela tutta, anche nei giorni storti.

La Fisi, la Federazione italiana sport invernali, l’ha salutata con dolore, e non solo loro: la botta l’han sentita in tanti. Una ragazza che si era appena laureata, che aveva ricominciato a sciare e arrampicare dopo un periodo duro. Che dire? Fa male leggere di storie così, di passioni interrotte senza senso. Alla famiglia, agli amici, resta un vuoto assurdo e un mucchio di ricordi da stringere forte.



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