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Global Sumud Flotilla, nuovo attacco: presunto drone colpisce una nave britannica al largo di Tunisi



Un altro attacco—e sì, di nuovo con un drone, a quanto pare—ha colpito la Global Sumud Flotilla per la seconda volta in meno di due giorni. Stavolta se l’è presa la Alma, una barca con bandiera britannica: l’hanno beccata stanotte al largo di Sidi Bou Said, non lontano da Tunisi. Risultato? Un bel fuoco sul ponte superiore, che per fortuna sono riusciti a spegnere subito. Nessuno si è fatto male, almeno quello.



Anche Francesca Albanese, che è ‘sta specie di ambasciatrice ONU per i diritti umani in Palestina, ha confermato il casino. Ha pure postato i dettagli: secondo lei, si vede in video ‘sto drone che—totalmente invisibile, senza luci—sgancia qualcosa che poi incendia il ponte della Alma. Gli esperti parlano di una granata incendiaria avvolta nella plastica, imbevuta di carburante. Insomma, roba che poteva pure esplodere prima di toccare il ponte. Pericolo vero.

La Global Sumud Flotilla non ci gira troppo intorno: “Questi attacchi continui arrivano proprio mentre si intensifica l’aggressione israeliana su Gaza. Sembra tutto studiato per farci fuori e farci mollare la missione,” hanno scritto. E Saif Abukeshek, uno dei leader, non si fa problemi a puntare il dito contro Israele: “Continuano a ignorare ogni legge e a spaventarci. Ma noi navighiamo lo stesso, il blocco su Gaza lo vogliamo rompere a ogni costo.” L’esercito israeliano? Silenzio radio, pure dalla Guardia Costiera tunisina. Nessuno risponde a Reuters.

E senti questa: già ieri la GSF aveva preso un altro colpo di drone, stavolta contro la nave principale, la Family. I tunisini avevano provato a buttarla lì, dicendo che era solo una sigaretta che aveva appiccato il fuoco. Certo, come no. I video della GSF mostrano chiaramente qualcosa che piove dall’alto e fa scoppiare l’incendio, e pure il rumore sembra quello di un drone. Altro che sigaretta.

Non è neanche la prima volta che succede, tra l’altro. Israele in passato ha già attaccato navi umanitarie dirette a Gaza. L’anno scorso, la nave The Conscience della Freedom Flotilla Coalition è stata colpita da due droni: motore in fiamme, buco nello scafo, e la nave era pure in acque internazionali vicino Malta. E chi si scorda il 2010? La Mavi Marmara presa d’assalto dai commando israeliani, dieci morti e decine di feriti. Uno scandalo mondiale. Quella nave portava aiuti e più di 600 passeggeri, gestita da una ONG turca.

Insomma, la storia si ripete. E la tensione, come al solito, resta alle stelle.



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