La vicenda, riportata da Il Messaggero, si sarebbe sviluppata nei mesi scorsi e ha avuto origine all’interno di un contesto familiare già segnato da forti tensioni. Il trentenne, infatti, viveva nello stesso palazzo degli zii quando sarebbe stato sorpreso a tentare di fotografare la zia con un rudimentale telescopio: un’asta di legno con due specchi fissati in cima, utilizzata per cercare di osservare all’interno dell’appartamento. In quell’occasione, la situazione era degenerata fino a una colluttazione, che aveva convinto il giovane a trasferirsi a un paio di chilometri di distanza, nel tentativo di allentare le tensioni familiari.
Nonostante il cambio di residenza, i sospetti da parte degli zii non si sarebbero placati. Negli stessi giorni, infatti, la coppia avrebbe notato ripetutamente un drone stazionare davanti alle finestre della loro abitazione. Secondo quanto raccontato, il velivolo avrebbe sorvolato più volte la casa, arrivando addirittura a sfiorare l’ingresso. Ogni volta, dopo la breve sosta in aria, sarebbe rientrato in direzione della zona in cui vive ora il trentenne.
Gli zii, convinti che il nipote fosse il responsabile, hanno sporto denuncia ai carabinieri, già intervenuti in passato dopo il primo episodio con l’asta e gli specchi. Gli investigatori hanno quindi avviato un’indagine, sequestrando il cellulare del giovane per verificare la presenza di fotografie o video che possano confermare le accuse. L’obiettivo degli accertamenti è chiarire se l’uomo abbia effettivamente scattato immagini intime della zia e se queste siano state poi condivise attraverso social network, chat private o siti web.
Al momento, tuttavia, il trentenne nega ogni coinvolgimento. Ha dichiarato di non possedere alcun drone e di non avere nulla a che fare con quanto denunciato dai familiari. Durante le perquisizioni effettuate dai carabinieri nella sua abitazione, infatti, non è stato rinvenuto alcun velivolo.
L’uomo dovrà comunque rispondere di accuse pesanti: rapina, stalking e violazione della privacy. Le indagini, coordinate dalla procura, puntano ora a chiarire l’esatta dinamica degli episodi e a verificare la fondatezza dei sospetti avanzati dagli zii.
Il caso ha destato scalpore a Frosinone, sia per le modalità inusuali di presunta sorveglianza – dal telescopio artigianale fino all’impiego di un drone – sia per il contesto familiare in cui si è sviluppato, segnato da un conflitto crescente tra parenti. Gli sviluppi giudiziari dipenderanno dalle prove raccolte durante l’analisi dei dispositivi elettronici del giovane e dall’eventuale conferma della presenza di immagini compromettenti.



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