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Minaccia social a Ilaria Salis, il portavoce di Orban le invia l’indirizzo di un carcere in Ungheria



Il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, ha commentato la situazione giudiziaria di Ilaria Salis con un messaggio enigmatico che conteneva le coordinate geografiche del carcere di Marianosztra, situato nel nord dell’Ungheria. Salis è stata arrestata e accusata di aver aggredito alcuni manifestanti di estrema destra, rimanendo in detenzione in attesa di processo. Nel 2024, dopo essere stata eletta al Parlamento europeo, ha ottenuto l’immunità, ma ora la commissione Affari giuridici dell’Europarlamento si prepara a decidere se revocarla, su richiesta del governo ungherese.



Il messaggio di Kovacs ha assunto un significato più chiaro alla luce delle attuali circostanze. Se il Parlamento europeo decidesse di revocare l’immunità a Salis, c’è il rischio concreto che possa essere nuovamente incarcerata. Salis ha spiegato nel suo post: “Siamo entrati in una nuova fase cruciale della mia vicenda politica. Il 23 settembre, a Bruxelles, la commissione Affari giuridici del Parlamento europeo discuterà la richiesta del regime di Orbán di revocare la mia immunità”.

L’eurodeputata ha sottolineato l’importanza della sua immunità, ottenuta grazie a una mobilitazione popolare e al sostegno degli elettori. “Mi ha permesso di uscire da quel maledetto pozzo ungherese fatto di soprusi e umiliazioni, di tornare una donna libera e di poter lottare insieme a voi”, ha dichiarato. Tuttavia, ha avvertito che se il Parlamento europeo decidesse di revocarla, “rischierei di finirci di nuovo, in quel maledetto pozzo”.

Le tempistiche per la decisione sono già state stabilite. La commissione Affari giuridici fornirà un parere, ma sarà l’intera Assemblea plenaria del Parlamento a votare. La data prevista per questa votazione è martedì 7 ottobre. Salis ha affermato: “In quell’aula si giocherà il mio destino. La partita è aperta”. Ha espresso la speranza che il Parlamento non si pieghi all’autoritarismo e ai nazionalismi aggressivi, auspicando che difenda i principi della democrazia e dello Stato di diritto.

Brando Benifei, europarlamentare del Partito Democratico, ha commentato l’atto del governo ungherese, definendolo un’ulteriore prova che per Salis non ci sarà mai un giusto processo in Ungheria. Ha esortato tutti i parlamentari, indipendentemente dal loro schieramento politico, a votare per difendere Ilaria Salis nella prossima votazione sull’immunità. “Io certamente lo farò”, ha assicurato.

Non è la prima volta che Kovacs critica Salis. A marzo, dopo che Salis aveva denunciato il divieto del Pride a Budapest, il portavoce del governo ungherese aveva risposto con durezza. Salis aveva affermato che il governo stava utilizzando tecnologie di riconoscimento facciale per identificare i dissidenti. La risposta di Kovacs era stata chiara: “La tutela dei minori non è negoziabile: gli anarchici/comunisti non hanno voce in capitolo”.

La tensione tra Salis e il governo ungherese continua a crescere, con il futuro politico dell’eurodeputata ora appeso a un filo. La decisione della commissione Affari giuridici del Parlamento europeo rappresenta un momento cruciale non solo per Salis, ma anche per la questione dei diritti umani e dello Stato di diritto in Ungheria. La comunità internazionale osserva attentamente, mentre l’eurodeputata si prepara a combattere per la sua libertà e per i principi democratici che rappresenta.

Con la scadenza del 23 settembre che si avvicina, l’attenzione si concentra su come si comporterà il Parlamento europeo e se sceglierà di sostenere i valori democratici di fronte alle pressioni autoritarie. Salis ha già avvisato che il suo destino è in gioco e spera che i membri dell’Europarlamento non si pieghino a quelle forze che minacciano la libertà e i diritti fondamentali.



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