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Flotilla, arrestati in Israele anche parlamentari e giornalisti



L’abbordaggio da parte delle forze israeliane della Global Sumud Flotilla si è concluso nelle scorse ore, a circa 70 miglia nautiche dalle coste di Gaza. Le operazioni, iniziate il giorno precedente, hanno portato al fermo di circa 200 attivisti, di cui 40 di nazionalità italiana. Tutti sono attualmente trasferiti al porto di Ashdod, dove saranno sottoposti alle procedure necessarie per l’espulsione, prevista tra lunedì e martedì.



Secondo quanto riferito dai legali della Flotilla Italia, tra i fermati vi sarebbero anche parlamentari e giornalisti, ora destinati al carcere di Ketziot. Le autorità israeliane intendono chiedere ai detenuti di firmare una dichiarazione in cui si assumono la responsabilità dell’ingresso non autorizzato nel Paese. La sottoscrizione del documento comporterebbe l’allontanamento immediato dal territorio israeliano.

Il ministero degli Esteri israeliano ha definito l’azione della Flotilla una “provocazione” e ha precisato che nessuna delle imbarcazioni ha raggiunto le acque territoriali di Gaza. L’esercito ha smentito categoricamente le dichiarazioni di alcuni attivisti, secondo cui almeno una delle barche sarebbe riuscita a eludere il blocco navale.

In Italia, la notizia del fermo dei connazionali ha suscitato un’ampia reazione politica e sociale. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato: “Continuo a ritenere che tutto questo non porti alcun beneficio al popolo della Palestina, in compenso mi pare di capire che porterà molti disagi al popolo italiano”.

Alla Camera, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha riferito che le autorità italiane stanno seguendo da vicino la vicenda. Ha confermato il trasferimento a Ashdod dei cittadini italiani coinvolti e ha sottolineato che, secondo le rassicurazioni ottenute da Israele, non verrà fatto uso della forza contro i fermati.

Nel frattempo, si moltiplicano in diverse città italiane e europee le iniziative di solidarietà verso la Flotilla e contro la guerra in Gaza. Nella serata del 2 ottobre, a partire dalle ore 21 e fino alle 21 del 3 ottobre, è stato proclamato uno sciopero generale da parte di USB e CGIL, in segno di protesta contro l’azione militare israeliana e in sostegno alla causa palestinese. Il Garante per il diritto di sciopero ha però dichiarato l’illegittimità dello sciopero per mancato preavviso, ma i sindacati confermano la mobilitazione, definendola pienamente legittima.

Tra le numerose manifestazioni, si segnalano presidi a Napoli, Milano e Roma, dove sabato 4 ottobre è prevista una grande mobilitazione nazionale. A Milano, un gruppo di studenti ha occupato l’Università Statale per esprimere vicinanza agli attivisti fermati e condannare il blocco su Gaza. A Napoli, una manifestazione è in programma in Piazza Mercato, mentre nella capitale si attende un corteo che attraverserà il centro cittadino.

Nel frattempo, continuano le operazioni di identificazione e rimpatrio da parte delle autorità israeliane. Le informazioni sul numero esatto di italiani detenuti variano: alcune fonti parlano di 22, altre di 30 o addirittura 40. Non è ancora chiaro se tutti verranno trasferiti al carcere di Ketziot, ma secondo i legali della Flotilla Italia, il piano prevede che l’intero gruppo venga temporaneamente detenuto fino al completamento delle procedure amministrative.



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