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Dopo la conferma dell’immunità a Ilaria Salis, arriva la reazione di Orbán: “Per lei c’è solo un posto”



La conferma dell’immunità per l’eurodeputata di Alleanza Verdi Sinistra, Ilaria Salis, è stata approvata dal Parlamento europeo con un margine minimo: 306 voti favorevoli, 305 contrari e 17 astenuti, su un totale di 628 votanti. Questo esito ha immediatamente innescato reazioni dall’arco parlamentare italiano e ha attirato l’attenzione del governo ungherese, che ha espresso una forte condanna nei confronti della decisione.



Il governo di Budapest ha dichiarato che il posto di Ilaria Salis dovrebbe essere in prigione, non in Parlamento. Il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, ha pubblicato un post su X, sottolineando che la decisione del Parlamento europeo la mette “al riparo dalla punizione che le spetta”. Kovacs ha descritto Salis come “una violenta attivista Antifa” che, secondo lui, è arrivata in Ungheria per aggredire gli oppositori politici.

Inoltre, ha accusato la leadership di Bruxelles di fornire asilo a estremisti come Salis, affermando che “la stessa elite di Bruxelles che dà rifugio a estremisti come Salis sta ora lavorando per isolare Israele”. Ha citato un recente coinvolgimento di Salis in attivismo contro Israele, dove avrebbe ripetuto affermazioni contro lo Stato ebraico, definendolo un “regime genocida e di apartheid”. Kovacs ha persino affermato che Salis ha accusato Israele di torturare Greta Thunberg, descrivendo tali affermazioni come “classica propaganda terroristica pronunciata da un terrorista”.

Secondo Kovacs, Ilaria Salis non è un difensore dei diritti umani, ma piuttosto un “estremista radicale” che utilizza l’attivismo per mascherare la violenza e la brutalità di gruppi come Hamas. Ha concluso il suo intervento affermando che Salis glorifica la propaganda terroristica e traveste la violenza con frasi come “attivismo” e “difesa dei diritti umani”.

Le reazioni all’interno del Parlamento europeo sono state varie e riflettono le linee di divisione tra i diversi gruppi politici. Mentre i sostenitori di Salis hanno accolto la decisione come una vittoria per i diritti politici, i suoi oppositori hanno denunciato la scelta come un errore che ignora le accuse gravi che la riguardano. Il dibattito sull’immunità parlamentare e sulla responsabilità degli eurodeputati continua a essere un tema caldo, specialmente in casi controversi come quello di Salis.

Il voto di oggi ha anche messo in evidenza le tensioni tra le istituzioni europee e i governi nazionali, in particolare quelli che si oppongono all’attivismo di sinistra. La posizione del governo ungherese, che ha una lunga storia di conflitti con le istituzioni europee, si inserisce in un contesto più ampio di critiche alla gestione delle questioni di giustizia e diritti umani da parte dell’Unione Europea.

In questo clima, la figura di Ilaria Salis diventa simbolica, rappresentando le sfide che l’Europa deve affrontare nel bilanciare le libertà politiche e le responsabilità legali. Le accuse di violenza e di appartenenza a organizzazioni considerate estremiste pongono interrogativi sulla legittimità dell’immunità parlamentare e sul suo utilizzo come scudo contro le conseguenze legali.

Le dichiarazioni di Zoltan Kovacs e le reazioni in seno al Parlamento europeo evidenziano come il caso di Salis non sia solo una questione individuale, ma un riflesso delle tensioni politiche più ampie che caratterizzano l’attuale panorama europeo. La questione dell’immunità per gli eurodeputati e le implicazioni delle loro azioni continuano a generare dibattiti accesi, mentre la situazione di Ilaria Salis rimane un tema di grande attualità e importanza nel dibattito politico europeo.



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